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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2010 alle ore 15:42.
Arrivederci a ottobre. Le condizioni dei mercati azionari hanno costretto Intesa Sanpaolo a rinviare all'autunno la quotazione in Borsa di Banca Fideuram. La decisione era ormai abbastanza scontata ma le due società l'hanno ufficializzata oggi dopo la riunione del consiglio di gestione della capogruppo che ha annunciato anche la cessione a Credit Agricole dell'intera quota, pari all'80%, nella Cassa di Risparmio della Spezia e di 96 sportelli.
Il rinvio dell'ipo (initial public offering) di Fideuram giunge alla vigilia della data prevista per il completamento della procedura propedeutica all'ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie di Banca Fideuram in Borsa e alla pubblicazione del prospetto. Le attuali «condizioni di mercato non favorevoli» non avrebbero consentito di valorizzare Fideuram secondo le intenzioni del grupop guidato da Corrado Passera. L'obiettivo, mai dichiarato ufficialmente, era quotare la società attribuendole un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro, a quotazioni che in questo momento i mercati non sono disposti a concedere a titoli finanziari.
La speranza di Intesa è che l'autunno porti un clima più sereno nelle Borse e soprattutto maggiore fiducia sul settore bancario e finanziario. A settembre, dunque dopo l'approvazione dei conti del primo semestre, l'iter di quotazione potrà riprendere con il prospetto aggiornato. Il nuovo obiettivo è quindi la 'finestra' compresa tra le seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre, che insieme a quella di giugno è il periodo preferito per le offerte iniziali. Non cambia, per ora, l'intenzione di collocare una quota compresa tra il 50 e il 60% del capitale. Qualche investitore istituzionale ha manifestato interesse per un pacchetto che potrebbe essere ceduto contestualmente all'ipo.
In ogni caso la decisione, secondo Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e uno dei principali azionisti di Intesa SanPaolo, non comporterà problemi di capitalizzazione per la banca che «è ben patrimonializzata - ha detto Guzzetti a Radiocor - è solida sia sotto il profilo della liquidità sia sotto quello delle sofferenze».
La quotazione di Banca Fideuram è una vicenda che va avanti dal 2006. Allora la rete di promotori finanziari apparteneva al gruppo San Paolo Imi, era quotata in Borsa ed era oggetto di una riorganizzazione delle attività di asset management e risparmio gestito del gruppo torinese, affidata a Mario Greco. Il progetto prevedeva il delisting di Fideuram, la fusione con Eurizon e la successiva quotazione di quest'ultima. La fusione a monte tra Banca Intesa e San Paolo Imi, maturata nell'estate del 2006, bloccò il progetto, senza fermare però il delisting di Fideuram che andò in porto all'inizio del 2007, dopo un'opa che aveva valorizzato l'intera Fideuram circa 5 miliardi di euro.