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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2010 alle ore 13:32.
Anche le piccole e medie banche italiane hanno superato la prova (interna) degli stress test. Esami che in alcuni casi sono già terminati mentre in altri sono in corso e - secondo le stime fornite dalle stesse banche - dovrebbero portare a esiti patrimoniali favorevoli. Non si tratta di test ufficiali - come quelli condotti dal Cebs su 91 banche europee fra cui più cinque più grandi italiane (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ubi banca, Banco popolare e Mps) - ma di valutazioni interne di cui diversi rappresentanti degli istituti di credito partecipanti all'esecutivo Abi hanno riferito oggi, mercoledì, a margine della riunione dell'Associazione bancaria italiana. Test che si affiancano a quelli condotti frequentemente con la Banca d'Italia.
Tra gli istituti che hanno dichiarato di aver superato con successo l'esame, Banca popolare di Milano, Credem e Banca popolare dell'Emilia Romagna.
Il presidente della Bpm Massimo Ponzellini ha spiegato come la banca milanese ha risultati «al di sopra». Stessa risposta anche dal direttore generale del Credem Adolfo Bizzocchi: «Sono esercizi che facciamo di frequente con la Banca d'Italia e settimanalmente le aggiorniamo. Siamo al di sopra» della soglia di Tier1 del 6% fissato dall'organismo europeo. La Bper, secondo quanto ha spiegato l'Ad Fabrizio Viola, «sta realizzando ora il stress test con la metodologia usata in Europa ma siamo fiduciosi di essere al di sopra. A inizio anno in ogni caso abbiamo passato con successo quelli effettuati dalla Banca d'Italia».
Non ha invece realizzato gli stress test ma si dice ugualmente solida e senza problemi la Banca Popolare di Sondrio. Il presidente Pietro Melazzini ha spiegato come «siamo una banca di medie dimensioni che ha risentito della crisi ma tutto sommato non abbiamo grandi problemi. Per altro abbiamo anche ricevuto la conferma del rating».