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Questo articolo è stato pubblicato il 20 agosto 2010 alle ore 15:41.
La Bce non ha intenzione, per ora, di stringere i cordoni della borsa e continuerà a fornire liquidità illimitata a tasso fisso alle banche fino alla fine dell'anno. A lanciare questo messaggio è stato, manco a dirlo, il falco per eccellenza, Axel Weber, presidente della Bundesbank e membro del consiglio dei governatori della banca centrale europea. In una intervista a Bloomberg, Weber ha sottolineato che non ci sono rischi di inflazione (come si sa una delle massime ossessioni dell'Eurotower) nel medio periodo e che il dibattito sulle misure di exit strategy è tranquillamente rinviato al primo trimestre 2011. La fragilità della ripresa mondiale, americana in particolare, del resto, allontana la stretta monetaria ma accresce l'incertezza degli investitori.
Sul mercato dei titoli Stato, infatti, una nuova ondata di acquisti si è riversata stamani sui Bund tedeschi, ritenuti i più sicuri dell'Eurozona, schiacciando i rendimenti decennali al nuovo minimo storico del 2,262% e i trentennali al 2,895 per cento. Sono risaliti, invece, i rendimenti dei titoli di stato di Grecia, Irlanda e Portogallo, i paesi dell'Eurozona più indebitati e considerati più a rischio. Anche lo spread di rendimento tra Btp decennali italiani (3,78%) e Bund tedeschi (2,29%) si è inerpicato fino a 149 punti, a ridosso dei massimi dello scorso fine settimana.
I timori sulla consistenza della crescita economica mondiale hanno alimentato, quindi, una domanda di «sicurezza» che si è riversata soprattutto sui Bund, i titoli del paese dell'eurozona che meglio ha reagito alla crisi e dove i segnali di ripresa sono più solidi. Dall'inizio dell'anno i rendimenti dei Bund hanno perso infatti oltre 100 punti base (l'1%) dal picco del 2010 del 3,43% toccato il 4 gennaio. Anche i ieri i dati macroeconomici hanno confermato che l'economia americana non riparte e sono tornate in primo piano le preoccupazione di una ricaduta nella recessione.
Uno scenario che penalizza ovviamente i titoli di Stato dei paesi periferici dell'eurozona e tende ad ampliare ulteriormente i differenziali di rendimento rispetto ai Bund della virtuosa Germania. In particolare, i rendimenti decennali dei titoli greci sono saliti di 10 punti base al 10,75%, alzando al 847 punti lo spread con i Bund. La Grecia è in attesa di 6,5 miliardi di euro di aiuti richiesti ufficialmente alla Ue e alla Bce e che dovrebbero arrivare dopo le misure di risanamento adottate dal governo di Atene e che hanno portato a una riduzione del deficit pubblico del 39,7%, a 12,1 miliardi, nei primi sette mesi dell'anno.