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Finanza e Mercati In primo piano

I titoli delle banche italiane sotto la lente degli analisti. Previsioni dopo le semestrali

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 14:49.

Promosse (Credem e Banca Mps), promosse a metà (Intesa Sanpaolo, Banco popolare e Ubi banca) e rimandate (Banca popolare di Milano). Ce n'è per tutti nel settore del credito italiano, sotto i riflettori a Piazza Affari dopo la presentazione nei giorni scorsi dei conti del secondo trimestre, o del primo semestre, a seconda di come li si voglia leggere. Ecco come la pensano gli analisti finanziari che hanno messo sotto la lente i dati di bilancio aggiornando le previsioni sui prezzi dei titoli, proiettate nell'arco dei prossimi 12 mesi.

Previsioni che, ovviamente, vanno prese con le pinze dato che si poggiano su scenari ipotizzati dai singoli analisti, ma che offrono comunque spunti sul sentiment del settore del credito in Italia. Un settore che da inizio anno ha accumulato un rosso del 15% a Piazza Affari (considerando l'andamento dei primi 20 titoli per capitalizzazione). Tra i big le performance più deludenti sono di Banca Popolare di Milano (-31%), Intesa Sanpaolo e Ubi banca (-28%) (consulta l'elenco delle performance delle prime 20 banche italiane ordinate per capitalizzazione).

Intesa Sanpaolo. L'istituto guidato da Corrado Passera - secondo in Italia con una capitalizzazione di 28,4 miliardi di euro rispetto ai 36 miliardi di UniCredit - ha sfoggiato conti in linea con le attese del gruppo. I dati sono stati apprezzati dagli analisti di Equita sim che hanno alzato il target price sul titolo Intesa Sanpaolo da 2,6 a 2,9 euro, confermando la raccomandazione «hold» (mantenere in portafoglio). Gli analisti ritengono che i conti del secondo trimestre siano stati «di buona qualità» e che dalla conference call siano emersi «spunti positivi». In particolare, quanto indicato da Passera in merito all'utile 2010 che sarà superiore al dato 2009 «senza ulteriori capital gain rispetto a quelli già realizzati» e dunque includendo nelle plusvalenze solo i 215 milioni sulla cessione degli sportelli al Credit Agricole. «Noi prevedevamo invece 400 milioni di capital gain complessivi e quindi la redditività ordinaria prevista dal management è migliore», notano gli esperti di Equita sim motivando così il rialzo del prezzo obiettivo. Un po' meno ottimistica la visione di Credit Suisse che ha ridotto il target price a 2,8 euro da 2,85 euro. Nel giudizio ha inciso la revisione delle stime di Eps (Earnings per share, utili per azione) 2010-2012 in media del 4% a causa del più basso risultato delle attività di trading rispetto alle attese. Gli esperti della banca svizzera hanno confermato il rating a «neutral».

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Banco popolare. L'utile semestrale di Banco popolare è balzato a 437 milioni di euro, rispetto ai 204,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, grazie anche alla presenza di componenti straordinarie. Gli esperti di Intermonte hanno confermato il rating «outperform» (farà meglio del mercato) con target price di 5,4 euro per azione, e segnalano che i risultati del secondo trimestre sono stati «in linea» alle loro attese, ma «superiori al consensus» di mercato. Credit Suisse ha confermato la raccomandazione «outperform», pur abbassando il target price a 6 euro, da 6,25 euro. Société Générale ha confermato il giudizio «buy», abbassando però il target a 5,7 euro da 5,9 euro. Banca Akros ha confermato il rating «buy», ma tagliato il target price a 5,60 da 6,20 euro, ponendo l'accento, a sua volta, sull'influenza delle poste straordinarie sui risultati del gruppo guidato da Pier Francesco Saviotti.

Banca Mps. Sotto i riflettori anche Banca Mps che ha riportato, nel secondo trimestre, un utile di 119 milioni di euro, meglio del consensus (110 milioni), motivo per cui è stato premiato la scorsa settimana con un balzo vicino al 5 per cento. Il titolo dell'istituto di credito senese, che in Borsa vale 6,3 miliardi di euro e che ha superato sul filo di lana gli stress test ufficiali mentre non ha superato la prova alternativa elaborata da Breakingviews Reuters- ha incassato due raccomandazioni al rialzo. Si tratta di quelle da Citigroup e di Credit Suisse. Il broker americano ha migliorato il giudizio da «sell» (vendere) a «hold» (mantenere in portafoglio) con target price invariato a 0,91 euro mentre quello svizzero ha portato il giudizio a «neutral» (in linea con il mercato) da «underperform» (farà peggio del mercato), il target è salito a 1,15 da 1,10 euro. Gli analisti di Credit Suisse motivano la visione positiva alla luce delle stime in miglioramento dell'Eps (utile per azione) rettificato 2011-2012, che dovrebbe attestarsi in media all'8,7 per cento. In un report del 27 agosto Banca Akros ha alzato il rating dell'istituto ad «accumulate» da «hold», limando il target price a 1,1 euro per azione da 1,2 euro. La motivazione? Il titolo potrebbe rimbalzare alla luce della positiva performance del margine di interesse e dell'autorizzazione ottenuta dall'Autorità di Vigilanza all'estensione dei modelli avanzati a tutto il perimetro di filiali Antonveneta ed ex Antonveneta.

Ubi banca. Quanto a Ubi Banca i conti, comunicati venerdì a mercati chiusi, hanno evidenziato un utile in calo a 102,1 milioni di euro (rispetto ai 125,9 di un anno prima). All'indomani finanziario della presentazione dei dati il titolo è fra i più deboli del settore a Piazza Affari. Gli addetti ai lavori, però, hanno confermato il rating «buy». Secondo gli analisti di Equita sim il secondo trimestre 2010 è stato «sostanzialmente in linea con le attese» a livello di utile rettificato, mentre l'elemento negativo è «il net interest income, che ha registrato un calo del 3%, performance tra le più deboli del settore» Trend che si spiega «con un ulteriore calo dello spread e dall'assenza di politiche di hedging». Tuttavia, «dal terzo trimestre, il net interest income dovrebbe recuperare grazie alla creazione di un portafoglio di titoli di Stato che sul secondo semestre dovrebbe garantire circa 30 milioni di net interest income aggiuntivi: per questo motivo il downside sulla stima 2010 è limitato», aggiungono gli esperti, che non hanno rivisto in modo significativo le previsioni 2010-2011.

Nonostante tutto, quindi, agli attuali livelli il rating «buy» è stato confermato, così come il prezzo obiettivo a 8,8 euro. Impostazione in linea con quella degli analisti di Banca Imi secondo cui la società ha confermato di essere solida patrimonialmente e con una «robusta qualità dell'attivo». Giudizio «add» (aggiungere in portafoglio), target price a 8,17 euro. Diversa, invece, l'opinione degli analisti di Intermonte che hanno ridotto il target price da 7,55 a 7 euro, confermando la raccomandazione «neutral».

Banca popolare di Milano. Non ha superato il test degli analisti Banca Pop Mi che oggi, lunedì, scivola in Borsa (-0,5%) dopo il ribasso archiviato venerdì in seguito alla diffusione dei dati semestrali (utili a -43% a seguito degli accantonamenti per i titoli islandesi). L'istituto ha subito il taglio di raccomandazione da parte degli analisti di Credit Suisse che considera il titolo «neutral» e non più «outoperform». Secondo la banca d'affari, i risultati hanno deluso le attese: «Nonostante il costo del rischio diminuisca più velocemente rispetto a quello dei concorrenti - spiega Credit Suisse - i ricavi della banca continuano ad essere sotto pressione e i costi operativi crescono per effetto di nuove iniziative». Prezzo obiettivo ridotto a 4,3 da 5,3 euro. Sforbiciata al prezzo obiettivo anche da parte degli esperti di Bank of America che proiettano il titolo a 4,8 e non più a 5 euro, in seguito una taglio delle stime di utile per azione 2010-2012 rispettivamente dell'11-8% e 6 per cento. Visione ribassista anche da parte di Banca Leonardo che ha ridimensionato il rating di Banca popolare di Milano a «underweight» da «buy» e il target price a 4,4 euro da 5,1 euro complice anche l'attuale scenario di bassi tassi di interesse che posticipa il recupero della top line della banca al 2011.

Credem. Positivo il sentiment su Credem. Secondo gli analisti di Equita sim i conti del secondo trimestre sono stati «ottimi, grazie a maggiori ricavi e al minor costo del credito». In particolare la qualità dell'attivo, «ha sorpreso positivamente dopo che nei trimestri precedenti si erano registrati aumenti inattesi di incagli». Il rating sul titolo è «buy» con prezzo obiettivo a 6,2 euro.

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