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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2010 alle ore 20:32.
Nestlè, Hp, British Petroleum, General motors. E adesso anche, a quanto pare, Vodafone. E il gigante russo Rosneft. E prima ancora Opel e Sap. È lungo l'elenco di colossi che hanno cambiato, o si accingono a farlo, il manager alla guida nel corso del 2010. I motivi? Svariati: da azionisti insoddisfatti a scelte spontanee di cambio di rotta fino, e nemmeno questa è una novità, a scandali sessuali.
Nelle ultime ore circola l'indiscrezione che Vodafone starebbe cercando un sostituto per il presidente John Bond, chairman della compagnia tlc dal 2006. Un nutrito gruppo di azionisti ha votato contro il presidente e le ultime partecipazioni rilevate dal gruppo (sul Sole 24 Ore di domani 7 settembre un approfondimento).
In aria di cambiamento anche i vertici del colosso alimentare svizzero Nestlè (+7% da inizio anno in Borsa e una capitalizzazione di 142 miliardi di euro). Richard Laube, sin qui alla guida della divisione Nutrition, è andata sul liscio, sarà sostituito ad interim da Nandu Nandkishore. Quest'ultima era in corsa anche come nuovo possibile ceo del gruppo alimentare svizzero, carica che invece è andata poi a Paul Bulcke, successore di Peter Brabeck, che ora è presidente del cda.
Mentre proprio oggi, lunedì 6 febbraio, Rosneft, il primo produttore russo di petrolio, ha nominato Eduard Khudainatov nella carica di amministratore delegato, ponendo fine all'era (12 anni) di Sergei Bogdanchikov. L'abbandono più eclatante della stagione, al momento, è quello di Tony Hayward che dal primo ottobre lascierà formalmente British Petroleum, la società petrolifera britannica che - a partire dal 20 agosto - ha dovuto fronteggiare la critica situazione conseguita all'esplosione di una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico causando perdite superiori ai 20 miliardi per il gruppo. Hayward sarà rimpiazzato dallo statunitense Robert Dudley. Bp ha fatto sapere che Dudley - che da giugno supervisiona le operazioni per contrastare la marea nera - si stabilirà a Londra per assolvere il suo incarico e passerà le sue attuali mansioni negli Stati Uniti a Lamar McKay, presidente di Bp America.
Ribaltoni anche nella Silicon Valley. In questo caso, quello di Hewlett Packard (73 milardi di euro di capitalizzazione al netto del -23% archiviato quest'anno in Borsa), le motivazioni sono, come dire, di natura esogena. Un mese fa Il 53enne Mark Hurd si è dimesso all'improvviso dalla carica di amministratore delegato. Hurd, subentrato a Carly Fiorina nel 2005 e protagonista con una serie di aggressive acquisizioni che hanno rilanciato la società, è stato accusato di aver falsificato delle note spese per nascondere una relazione con una ex collaboratrice del gruppo che lo ha accusato di molestie sessuali. Al suo posto l'incarico è passato ad l'interim al direttore finanziario Cathie Lesiak, 51 anni, una veterana dell'azienda che l'ha assunta 24 anni fa. Restando in asset tecnologico, ribaltone anche in casa Sap, gigante tedesco del software. A febbraio Leo Apotheker, si è dimesso dopo solo sette mesi dopo il suo insediamento dalla guida ed è stato sostituito da Bill McDermott, capo dell'organizzazione e da Jim Hagemann Snabe, responsabile dello sviluppo dei prodotti.