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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 12:58.
La Procura di Roma ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di 23 milioni di euro giacenti sul conto corrente intestato allo Ior presso il Credito artigiano. La misura fa seguito alla "sospensione" disposta dall'Uif (Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia) dei due bonifici che la banca vaticana aveva chiesto di eseguire in favore della Banca del Fucino (3 milioni di euro) e di JP Morgan Frankfurt (20 milioni di euro).
La sospensione era stata disposta per sospetta violazione delle norme antiriciclaggio (articolo 6 del decreto legislativo 231/07), in particolare per la violazione degli obblighi rafforati di adeguata verifica della clientela. La magistratura romana si è mossa sulla base dell'articolo 55 del decreto 231/07, contestando al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e al direttore generale, Paolo Cipriani, i reati previsti dai commi 2 e 3 dell'articolo 55, per aver omesso di indicare, benché richiesti, le generalità dei soggetti per conto dei quali eventualmente davano esecuzione alle operazioni (comma 2) e per aver omesso di fornire, benché richiesti, operazioni sullo scopo e la natura prevista dal rapporto continuativo (comma 3). In sostanza, Gotti Tedeschi e Cipriani - in quanto responsabili dello Ior - hanno omesso di fornire, secondo i magistrati, le informazioni imposte dalla normativa antiriciclaggio. Lasciare nella disponibilità dello Ior le somme oggetto dei bonifici, potrebbe "aggravare" e "protrarre" le conseguenze dei reati di omissione contestati, e far sì, rilevano sempre magistrati, che siano effettivamente poste in essere operazioni di trasferimento in violazione degli obblighi di trasparenza.