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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 20:46.
La Fed si mostra preoccupata sullo stato dell'economia ma rimanda ogni eventuale azione. Pur dichiarando di essere «pronta a fornire, se necessario, nuovi stimoli per sostenere l'economia», la banca centrale statunitense lascia fermi i tassi di interesse fra lo 0% e lo 0,25% e resta in attesa posticipando eventuali interventi a dispetto del pressing politico e sulla scia del forte dibattito interno su come e quando agire.
Nessuna decisione era attesa dagli analisti, anche in considerazione delle pressioni politiche sulla Fed per un'azione a stretto giro e in vista delle elezioni di medio termine. Wall Street reagisce sul momento imboccando la via del rialzo, salvo poi ritornare sui livelli di giornata (intorno alla parità).
Il quadro dipinto dalla banca centrale non appare roseo: dalla riunione dello scorso agosto, «la ripresa economica e dell'occupazione sono rallentate». Il ritmo della ripresa dovrebbe essere «modesto» con le aziende «riluttanti ad assumere, le nuove costruzioni abitative a livelli depressi, le spese delle famiglie» solo «in graduale aumento» e il credito continua a contrarsi anche se a un ritmo più lento rispetto ad alcuni mesi fa. A questo si aggiunge un'inflazione «al di sotto del livello ritenuto coerente, nel lungo termine, con il mandato» della banca centrale, ovvero promuovere l'occupazione e la stabilità dei prezzi.
Il mercato del lavoro continua a scontare gli effetti pesanti della recessione, con il tasso di disoccupazione si è attestato in agosto al 9,6%. Ma in alcuni stati la situazione è ancora peggiore: in California - secondo i dati diffusi dal Dipartimento del lavoro - la disoccupazione è al 12,4%, in Florida all'11,7%, in Michigan al 13,1% e in Nevada al 14,4%.
«Continueremo a monitorare le prospettive economiche e finanziarie»: la Fed è «pronta a fornire ulteriori stimoli se necessario per sostenere la ripresa economica e il ritorno dell'inflazione e a livelli coerenti con il nostro mandato». La banca centrale assicura che manterrà, a fronte della situazione, tassi eccezionalmente bassi per un periodo prolungato, rimandando però eventuali interventi a favore della crescita, quali l'acquisto di bond, a dispetto delle chiamate e delle pressioni politiche ad agire e in considerazione del dibattito interno in corso. Anche la decisione odierna non è stata presa all'unanimità dalla banca: il presidente della Fed di Kansas City, Thomas Hoenig, si è detto contrario.