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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 13:28.
Rimesse da record per gli immigrati che vivono in Italia. Secondo il periodico rapporto Abi-Cespi 2010, presentato a palazzo Altieri, il valore di ogni transazione nel 2009 è stato pari a 1.543 euro, quasi 7 volte superiore ai circa 220 euro della media internazionale. Lo scorso anno il volume complessivo delle rimesse degli immigrati è stato pari a 210,05 milioni per un totale di 92.020 operazioni. «Gli immigrati sono clienti affidabili», ha commentato il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, che ha ricordato l'importanza dell'inclusione finanziaria degli immigrati: al 31 dicembre scorso, circa 4 milioni di persone, di cui 165mila imprenditori.
Un canale per "bancarizzare" le persone immigrate, ha detto Sabatini, «passa per la fidelizzazione attraverso gli immigrati già inclusi, mentre un'altra opzione è rappresentata dalle "reti bancarie", che possono essere fatte anche coinvolgendo associazioni ed enti di immigrati». Per Sabatini poi resta una priorità ridurre la circolazione del contante, soprattutto, ha aggiunto, «per combattere l'evasione fiscale, fenomeni come usura, riciclaggio e finanziamenti al terrorismo».
Per la parlamentare Pd e leader storica dei radicali, Emma Bonino, è fondamentale anche la manodopera immigrata: nel 2020-2030, senza un adeguata presenza straniera, «avremo un gap di lavoratori di circa 70 milioni di persone solo in Europa».
Secondo lo studio, che ha elaborato dati provenienti dal 63% di sportelli bancari complessivi del sistema, gli immigrati che trasferiscono somme all'estero preferiscono utilizzare le banche per importi sopra il migliaio di euro rispetto agli altri canali, per i quali transitano rimesse di entità più ridotta ma con frequenze maggiori. I Paesi verso cui gli istituti canalizzano i maggiori flussi di rimesse dall'Italia sono: Marocco e Romania, seguiti da Moldova, Brasile, Argentina. Negli ultimi due anni, l'Abi ha rilevato inoltre che, pur in un contesto di crisi, c'è stato un ulteriore aumento dei conti correnti intestati agli immigrati, passati da 1,4 milioni a 1,5 milioni (+7,9 per cento).
L'immigrato si rivolge alla banca in prevalenza con l'obiettivo di aprire un conto corrente per esigenze familiari. Aumentano costantemente, tuttavia, gli imprenditori stranieri bancarizzati. A fine 2009 i titolari di un conto corrente erano 52.924, ovvero il 3,5% del totale dei correntisti immigrati. Si tratta di clienti consolidati, spiegano dall'Abi, visto che il 20% ha un c/c da più di cinque anni, con un indice di fedeltà peraltro superiore rispetto a quello osservato nel segmento di clientela "retail" (dove il 18% ha un c/c da più di cinque anni), cui è riconducibile il 96% dei conti correnti intestati a stranieri residenti in Italia. Per quanto riguarda i finanziamenti, un correntista su tre ha avviato un rapporto di credito con la banca. E i prestiti (34% del totale) prevalgono sul credito immobiliare (28 per cento). A fine 2009 il 47% dei piccoli imprenditori immigrati titolari di un conto corrente aveva un finanziamento in corso, con una distribuzione equilibrata fra scadenze a breve (48% del totale) e a