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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 07:55.
Telecom non lascia, anzi raddoppia. La conferma della presenza in Argentina dovrebbe essere solo il primo passo di una rinnovata spinta a crescere in Sud America. Il gruppo guidato da Franco Bernabè, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, sarebbe infatti in trattative per rilevare le attività in America latina di Sprint Nextel, terzo operatore mobile Usa, in particolare in Brasile, Argentina e Cile. Per Sprint significherebbe un po' di ossigeno, considerato che il gruppo, con i conti cronicamente in rosso, non naviga in ottime acque. ù
Basta ricordare che oggi, con 13,3 miliardi di dollari, capitalizza in Borsa poco più di un terzo della sola Nextel che fu rilevata da Sprint nel 2004 per 35 miliardi di dollari. A meno che l'operazione non sia più complessa e coinvolga anche Deutsche Telekom, che almeno da un paio d'anni, a stare alle voci mai commentate, avrebbe messo Sprint nel mirino. Proprio ad agosto è tornata a circolare l'ipotesi di una fusione tra l'operatore nordamericano e T-Mobile, l'unità mobile negli Usa del gruppo guidato da René Obermann. Se questo scenario si concretizzasse, le attività in Sudamerica potrebbero comunque essere cedute, dal momento che, da sole, non avrebbero probabilmente massa critica sufficiente per competere. Solo pochi mesi fa il gruppo tedesco aveva però escluso grandi acquisizioni all'estero, preferendo concentrarsi sul mercato domestico.
Per Telecom Italia rilevare le quote di mercato di Nextel in Brasile, Argentina e Cile, significherebbe rafforzarsi in paesi dove è già presente e rientrare in altri (il Cile) che aveva abbandonato anni fa nell'ambito delle politiche di sfrondamento delle partecipazioni internazionali motivate dall'esigenza di far cassa e migliorare il profilo finanziario. Ora invece è proprio dalle attività Sudamericane che potrebbe arrivare non solo la crescita, ma anche l'aggiustamento dei parametri finanziari del gruppo. Che ha un rapporto debt/Ebitda vicino a 3, tra i più elevati nell'ambito degli ex monopolisti europei (e per motivi legati non allo sviluppo, bensì al controllo).
Dall'Argentina, anzitutto. Dopo quasi due anni di liti a colpi di carta bollata, l'accordo con i Werthein, che deve essere approvato dalle autorità locali (l'ok è atteso a ore), consentirà a Telecom di salire al 58% di Sofora, holding che tramite Nortel Inversora controlla Telecom Argentina, secondo operatore del paese, presente sia nel fisso sia nel mobile. Dopo aver sfiorato l'insolvenza sotto il peso dei debiti, la compagnia di Buenos Aires ha ritrovato il passo, riuscendo, sotto la gestione italiana, a risanarsi completamente fino a raggiungere quest'anno una posizione finanziaria attiva.