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Finanza e Mercati In primo piano

Le holding Ligresti al test delle banche

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 08:06.

I Ligresti non hanno dubbi: «Il rifinanziamento a Premafin sta per arrivare». Le stesse banche coinvolte nell'operazione ostentano serenità sull'esito positivo di quest'ultima trattativa, che dovrebbe richiedere un paio di settimane ancora, per la rimodulazione dei 322 milioni di debiti. Chi ha vissuto però quest'ultimo anno di confronti serrati tra la galassia Ligresti e gli istituti di credito, riferisce che, tamponate le falle finanziarie, la discussione si sta spostando su un altro piano: il futuro del gruppo Premafin-FondiariaSai. Non solo in termini industriali ma potenzialmente anche manageriali.

Al punto che alcune ricostruzioni mettono in forse la permanenza di Fausto Marchionni al vertice di FonSai. Marchionni, si apprende, gode della stima e della fiducia dell'Ingegnere ma le banche creditrici, a fronte del ripetuto sostegno al gruppo e alle holding di famiglia, spingerebbero per un rafforzamento del management, magari con l'innesto al vertice di figure di garanzia. L'eventuale ricambio non sarebbe imminente: piuttosto l'orientamento è di posticipare ogni considerazione sul caso all'approvazione del bilancio 2010.

Proprio negli ultimi incontri tra Salvatore Ligresti e Mediobanca, che si è presa in carico l'intero dossier, sarebbe stato introdotto il tema manageriale. Così come si sarebbe ventilata una possibile alleanza industriale per FonSai, ipotesi scartata in partenza dall'Ingegnere ma non disdegnata dai figli. Tanto più ora che Vincent Bolloré, noto per i legami con Groupama e presente nel patto di sindacato di Piazzetta Cuccia con il 6%, ha fatto ingresso nel libro soci di Premafin con il 3% circa.

Per ora la variabile tempo è dalla parte dell'Ingegnere, che si è ritagliato altri 12 mesi per risolvere a ogni piano della catena le criticità. Tuttavia, le soluzioni finora trovate non sembrano essere sufficientemente strutturali per riattivare i fondamentali flussi di cassa. Perché è proprio il fattore liquidità il perno attorno al quale va costruito il rilancio. Un rilancio che in tanti auspicano avvenga tramite una riorganizzazione delle holding e con i denari delle dismissioni.

Sul primo punto è noto che il meccanismo si è inceppato ai piani alti della catena. I dividendi della controllata FondiariaSai faticano ad arrivare e anche gli altri asset in portafoglio pagano la crisi del settore immobiliare. La complessa struttura di controllo di Premafin ha permesso fino ad oggi di concludere operazioni infragruppo in grado di arginare il problema cassa almeno per un anno. Giocare in difesa, però, non basta. E se si entra nel sistema Ligresti si capisce anche il perché. Tra Starlife, la lussemburghese che fa capo alla famiglia, e Premafin, della quale detiene il 20%, ci sono almeno tre piani di società con controlli incrociati a volte schermati dall'uso di fiduciarie.

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La stessa Sinergia, che sta nel mezzo, è controllata dalla famiglia attraverso tre fiduciarie: la storica Fidirevisa Italia, la Compagnia Fiduciaria e la spagnola Minoritaria Holding, che ha fatto capolino nell'azionariato nel giugno del '99 acquistando una quota del 5% da Nuova Finanziaria Moderna, oggi Imco. Di questa società si sa solo che il 99% è di Starlife e ha asset attivi per 1 milione. Copione simile per Immobiliare Costruzioni, diventata nella sostanza lo snodo chiave della galassia Ligresti, visto che racchiude le principali attività operative oltre alle assicurazioni. In questo caso il controllo, oltre che tramite Sinergia e la Compagnia Fiduciaria, passa per il Granducato.

C'è un 14,23% che a fa capo alla MerMer International, veicolo riconducibile per il 51% a Sinergia che ne tiene le redini tramite la controllata Raggruppamento Finanziario. Eppure, guardando i documenti in Lussemburgo emerge che a costituirla sono state due fiduciarie: Aqualegion e Walbond Investments, strumenti balzati all'onore delle cronache perché impiegati da Giampaolo Angelucci, imprenditore della sanità nel Lazio nonché azionista de Il Riformista e Libero, per fondare la finanziaria personale G-Invest. Dentro MerMer, iscritta nel bilancio di Raggruppamento Finanziario per 765 mila euro, spiccano 16 milioni di prestiti obbligazionari. Così come guardando i conti di Raggruppamento Finanziario si scoprono 113 milioni di debiti verso Sinergia in scadenza nel 2010.

Altro tema sul quale si fonda il rilancio sono le dismissioni. Con Liguria-Sasa in fase di definizione a un prezzo inferiore ai 300 milioni, la questione immobiliare, almeno per FonSai, potrebbe risolversi grazie all'alleanza con Hines Italia sgr in grado di agevolare la valorizzazione del corposo, e non sempre di pregio, portafoglio (3,5 miliardi). Resta infine aperta la questione Citylife. Più volte l'Ingegnere ha confermato l'impegno sul dossier, ma altrettanto spesso si sono rincorse le voci di una sua fuoriuscita a favore magari di Francesco Gaetano Caltagirone, dato ancora per fortemente liquido.

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