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Finanza e Mercati Azioni

I cinque titoli che sfidano Apple. Ecco l'hi-tech su cui punta Wall Street in attesa di Facebook

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 21:16.

Lettori digitali, pubblicità online, comunità virtuali. Sono le parole d'ordine del momento, capisaldi dei nuovi modelli di business costruiti sull'esplosione del web e dei nuovi mezzi di comunicazione. Sono soprattutto le parole magiche che hanno decretato il successo per le aziende più lungimiranti. Emblematico il caso Facebook. Nato cinque anni fa dall'idea di un gruppo di studenti universitari, oggi Facebook è il più grande social network del mondo con oltre 500 milioni di utenti attivi, uno ogni 13 abitanti della terra, e un valore calcolato in circa 33 miliardi di dollari.

Per ora il gruppo creato da Mark Zuckerberg rimane privato ma si parla con sempre maggiore insistenza di un suo sbarco sul mercato nel 2012, quando i mercati dei capitali dovrebbero essersi definitivamente stabilizzati e il social network disporre di un business plan ormai collaudato. Simile la prospettiva di Twitter, che ha una valutazione attorno ai 2 miliardi di dollari ma che appare ancora lontano almeno due anni dallo sbarco in borsa.

Per il momento, dunque, chi vuole puntare sui nuovi media può farlo scegliendo o chi produce i nuovi ambitissimi gadget o chi opera nei software. Nel primo caso rientra Apple che ha letteralmente inventato in pochi mesi un mercato nuovo con il lancio dell'iPad. Il successo è stato clamoroso anche se nel terzo trimestre problemi di produzione hanno impedito al gruppo di Cupertino di centrare le attese del mercato che scommetteva sulla vendita di 5 milioni di lettori. In totale ne sono stati venduti 4,2 cui si aggiungono oltre 14 milioni di iPhone.

La Apple, arrivata per la prima volta nella storia a superare quota 300 dollari ad azione e ha ora un rapporto prezzo/utili di 24, deve guardarsi dalla concorrenza che si appresta a immettere sul mercato prodotti alternativi. A lanciare il guanto di sfida sono la Samsung, con il suo Galaxy Tab, la Toshiba con il Folio, la Dell con lo Streak, la BlackBerry con il Blackpad e la Hewlett Packard con lo Slate. Cinque nomi di primo piano con un obiettivo: strappare alla Apple una quota di un mercato in crescita esponenziale e che vale già ora diversi miliardi di dollari. Nelle mire del quintetto vi è anche la Amazon di Jeff Bezos che con il suo lettore di libri Kindle è riuscita a proporsi come standard di riferimento delle librerie digitali.

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Amazon gode di un vantaggio considerevole e secondo alcune stime riuscirà a generare vendite con il Kindle per 300 milioni di dollari quest'anno per poi salire fino a 1,6 miliardi entro il 2012 quando il profitto dovrebbe decollare dagli attuali 70 milioni a oltre 400. La Amazon tuttavia è considerata dagli analisti già pienamente valutata con un rapporto p/e di ben 67,73 e un prezzo obiettivo sui 12 mesi inferiore di qualche dollaro rispetto ai valori attuali.

Appare una vera a propria scommessa invece puntare ora sui titoli del grandi gruppi dell'informazione che risentono drasticamente del calo della pubblicità ma che stanno puntando con decisione sulle applicazioni digitali per recuperare readership e in prospettiva aumentare le fonti di reddito mediante la grande scommessa dei micropagamenti. New York Times e Gannett, scambiano rispettivamente a multipli del 12 e del 5,7 e sono ben lontani dagli obiettivi di prezzo. Quotazioni depresse al momento ma che forse proprio per questa ragione offrono un'occasione di investimento nel caso i due gruppi dovessero riuscire ad agganciarsi con successo al treno dei new media.

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