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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2010 alle ore 08:15.
Succede spesso che le vicende delle partecipazioni "pesanti" di Piazzetta Cuccia rubino la scena al business di banca d'affari di Mediobanca. Ma ieri all'assemblea annuale, presieduta per la prima volta da Renato Pagliaro, il "piatto forte" era FonSai, una compagnia di cui Mediobanca non è più azionista da anni e il cui ruolo quindi non può che essere quello della banca d'affari.
«Abbiamo un rapporto pluriventennale con il gruppo Ligresti – ha spiegato l'ad Alberto Nagel – Siamo creditori di Premafin e FonSai, Mediobanca è stata a lungo azionista di Fondiaria. Abbiamo dato un contributo alla creazione di quella che, grazie anche alle sinergie tra Fondiaria e Sai, è diventata la terza compagnia italiana per raccolta e la seconda nel ramo danni. Riteniamo che le nostre posizioni siano del tutto tutelate: FonSai è un soggetto controllato dall'Isvap che prescrive i requisiti minimi per operare».
E per sgombrare il campo dalle incomprensioni delle ultime settimane ha sottolineato: «Per quanto ci riguarda auspichiamo di continuare i rapporti con la compagnia per altri vent'anni, assistendo il gruppo Ligresti nella sua veste di azionista di controllo anche in futuro».
Pace fatta con i Ligresti? Ieri in Piazzetta Cuccia era presente tutta la famiglia. Jonella, che ha partecipato al consiglio per l'esame della trimestrale, è stata poi raggiunta dal padre Salvatore accompagnato dall'altra figlia Giulia (presidente di Premafin) e quindi dal figlio Paolo. E tutti e quattro, mentre nell'edificio accanto iniziava l'assemblea, si sarebbero intrattenuti con Vincent Bollorè che ha recentemente portato al 5% la sua quota in Premafin. Bollorè si è limitato a dire che «il 5% è sufficiente, non saliremo ulteriormente», ricordando che il primo investimento nella holding risale a due anni fa, assicurando che si tratta di un «investimento finanziario puro», che «esprime la fiducia nell'Italia e nel gruppo della famiglia Ligresti, che sono amici». Ma quello che avrebbe concordato i Ligresti è di coinvolgere nella partita anche Groupama.
Altro argomento, molto vociferato negli ultimi tempi, che ha avuto spazio in assemblea è l'ipotesi di fusione tra Mediobanca e UniCredit. «Non ha alcun senso, nè per noi nè per loro – ha tagliato corto Nagel – E con UniCredit, che ha sempre sostenuto lo sviluppo di Mediobanca, abbiamo un rapporto eccellente».