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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 08:08.
Tutto s'è compiuto secondo le attese. La vittoria del partito repubblicano era nei voti degli operatori e nei prezzi di borsa. Difatti Wall Street non ha reagito nelle prime fasi della seduta. Anche il quantitative easing della Fed è apparso sostanzialmente in linea con il consenso e quei 600 miliardi che la banca centrale impiegherà per acquistare titoli di stato (oltre ad altri 250-300 frutto dei reinvestimenti) rappresentano un piccolo premio che Ben Bernanke ha voluto concedere al mercato per evitare ogni possibile delusione.
Il risultato sembrerebbe essere stato ottenuto: l'S&P è salito leggermente, i prezzi delle materie prime sono rimasti attorno ai massimi di periodo, e il dollaro s'è ancora di poco deprezzato. E i rendimenti dei titoli di Stato? Qui sta il problema. I rendimenti dei titoli a breve e medio periodo sono rimasti bassi, sui minimi storici; quelli dei decennali e dei trentennali sono invece saliti. È vero che il rendimento del Treasury a 10 anni (2,58%) è leggermente più basso rispetto alla chiusura precedente, ma all'annuncio del Fomc è salito di una decina di centesimi. Quello del trentennale è addirittura esploso di oltre 20 centesimi (fino al 4,09%) tornando ai livelli di luglio, quando ancora non ci si aspettava una iniezione di liquidità dalla Fed. Anche nel caso del decennale si sono rivisti i rendimenti di due-tre mesi fa.
Se la banca centrale intendeva tenere bassi i tassi d'interesse, si potrebbe argomentare che l'esito della sua azione si profila come un parziale fallimento. Il paradosso è massimo per i Treasury trentennali, i cui rendimenti fanno da riferimento per i mutui casa di lungo periodo. Perché dunque questa reazione del mercato obbligazionario? Se la Fed intende combattere la deflazione (si stima tra 1 e 1,5% l'effetto inflattivo di questa manovra), perché mai si dovrebbero comprare titoli di lungo periodo con rendimenti reali negativi?
Ma c'è un altro motivo che ha spinto gli investitori a vendere i Treasury a lunga scadenza. La banca centrale cinese, per esempio, preoccupata sia dalla continua debolezza del dollaro sia dall'inflazione Usa, potrebbe approfittare degli acquisti della Fed per alleggerire le attività in valuta americana, vendendo proprio i Treasury decennali. Altri investitori, invece, potrebbero realizzare che è arrivata la fine di un mercato toro dei titoli di stato durato quasi trent'anni, come ha dichiarato qualche giorno fa Bill Gross. In ogni caso, il mercato dà per certo che la Fed non alzerà i tassi d'interesse per un lungo periodo: quanto meno fino all'estate del 2012.