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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 17:40.
Bank of America, il più grande istituto di credito degli Stati Uniti, non ci sta. E risponde, al momento, picche all'avvocato Kathy Patrick, dello studio Gibbs & Bruns, la donna che sta portando avanti una causa legale per conto di clienti di tutto rispetto, come la Federal Reserve di New York e i broker finanziari Pimco e Black Rock. L'oggetto del contenzioso è un blocco di 47 miliardi di bond collocati, tra il 2005 e il 2007 dall'istituto Contrywide Financial, acquisito da Bank of America nel 2008. Non si tratta di comuni obbligazioni, ma di mutui trasformati in bond. Titoli derivati quindi.
L'accusa? Durante il collocamento di questi strumenti agli investitori Bank of America non avrebbe correttamente informato gli stessi del fatto che fossero agganciati ai mutui subprime. Per questo motivo la banca - secondo la Federal Reserve di New York e compagnia bella - dovrebbe riacquistare una buona parte di questi derivati collocati senza aver rispettato le norme sulla trasparenza. A questo si aggiungono le contestazioni su numerosi pignoramenti avviati da Bank of America. Tema venuto alla ribalta in queste ultime settimane, da quando molti giornali americani hanno riportato alcuni casi di "ingiustizia" a carico di famiglie indigenti espropriati delle proprie case. Nei giorni scorsi l'istituto ha ammesso che ci sono stati alcuni errori nel processo di revisione dei documenti relativi alle procedure di pignoramento e che presenterà alle autorità file aggiornati su 102mila casi. Collegato a questo problema, c'è anche quello dei mutui fantasma, prestiti ipotecari cartolarizzati che sarebbero stati registrati in modo non conforme alle normative.
Ma, dopo aver già ricevuto due lettere dall'avvocato che guida la crociata degli investitori, Bank of America ha risposto con una lettera in cui spiega che le accuse sono «totalmente infondate».
Insomma, Bank of America, il cui titoli in Borsa dallo scorso aprile ha ceduto più del 40%, ha scelto al momento la strada del duello contro la Federal Reserve. E non si tratta dell'unico scontro che la Fed è chiamata a fronteggiare. Allargando lo sguardo sul fronte internazionale, oggi, infatti, le autorià politiche cinesi hanno duramente criticato l'ultima manvora della Fed (che ha deciso di pompare liquidità nel sistema finanziario per 600 miliardi attraverso l'acquisto di titoli di Stato). Una manovra che indebolisce il dollaro e - a detta di Xia Bin, consigliere della Banca Popolare della Cina, favorirà lo spostamento di un enorma massa di capitali verso le economie emergenti.