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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 12:46.
Per la Commissione Ue il rapporto tra deficit e Pil dell'Italia «scenderà leggermente» al 5% nel 2010 (dal 5,3% del 2009), per poi calare al 4,3% nel 2011. Nel 2012 il disavanzo - secondo Bruxelles - non riuscirà a scendere sotto il 3%, attestandosi al 3,5%. Le ultime stime del governo indicano il 5% quest'anno, il 3,9% il prossimo e il 2,7% nel 2012.
Il piano di consolidamento dei conti dell'Italia va nella giusta direzione, ma «se necessario provvedimenti ulteriori dovranno essere presi» per raggiungere l'obiettivo del deficit sotto il 3% nel 2012, ha detto il commissario agli affari economici e finanziari Olli Rehn.
Anche per quel che riguarda il debito pubblico, le previsioni dell'esecutivo europeo sono un po' meno ottimistiche di quelle del governo: la Commissione Ue indica un 118,9% nel 2010, un 120,2% nel 2011 e un 119,9% nel 2012. Il governo prevede un calo al 117,5% nel 2012.
Secondo l'analisi di Olli Rehn, la ripresa dell'Eurozona c'è ma resta «diseguale» tra Paese e Paese, e rimarrà sotto il 2% nei prossimi tre anni.
Il Pil della zona euro è stato rivisto al rialzo all'1,7% nel 2010, per poi scendere all'1,5% nel 2011 e risalire all'1,8% nel 2011. Nella Ue-27 sarà raggiunto il 2% nel 2012. A trainare la Germania, il cui Pil quest'anno metterà a segno un +3,7%, contro l'1,8% del Regno Unito, l'1,6% della Francia e l'1,1% dell'Italia. Restano in recessione Spagna, Irlanda (-0,2%) e la Grecia (-4,2%).