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Finanza e Mercati In primo piano

Italia prossimo paese nel mirino dei mercati se non cresce più dell'1% (Wsj)

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2010 alle ore 15:30.

Fondi d'investimento: le società italiane continueranno a perdere mercato (di Elysa Fazzino)

Dopo Grecia e Irlanda, Portogallo e Spagna,
l'Italia rischia di essere il prossimo paese dell'eurozona a finire nel mirino dei mercati, "a meno che non riesca a far crescere l'economia più dell'attuale 1%". E' il monito lanciato sulWall Street Journal dall'economista e politologo Irwin Stelzer in un'analisi in cui sottolinea i "segnali d'allarme per l'Italia".

«La buona notizia è che l'Italia, terza economia di Eurolandia, non è come la Grecia o l'Irlanda». Non è scoppiata una bolla immobiliare, non c'è stata nessuna grande implosione bancaria, «almeno non ancora», scrive Stelzer. «La cattiva notizia è che l'Italia è come il Portogallo», che pure finora è scampato a problemi immobiliari e bancari di proporzioni greco-irlandesi, ma «cresce così lentamente che gli introiti fiscali rischiano di non coprire i ‘pagherò». Una notizia «ancora peggiore», prosegue, è che l'economia italiana è una volta e mezza quella spagnola, e la Spagna è un paese considerato troppo grande per fallire, ma per il cui salvataggio l'eurozona non sarebbe in grado di offrire sufficienti risorse.

Dei protagonisti della vita pubblica italiana, Stelzer, direttore degli studi di politica economica presso l'Hudson Institute, fa solo due nomi: uno è citato in positivo, ed è Mario Draghi; l'altro no, ed è Silvio Berlusconi. La «posizione finanziaria relativamente buona dell'Italia», osserva, è dovuta «ad alcuni competenti organi di controllo bancari e all'abile governatore della banca centrale, Mario Draghi».

Lo stesso Draghi – sottolinea l'opinionista - ha lamentato che l'Italia «è incapace di crescere a tasso sostenuto» e ha registrato una «chiara perdita di competitività rispetto ai suoi principali partner europei». Tra il 1998 e il 2008, la produttività tedesca è cresciuta del 22%, quella francese del 18% e quella italiana appena del 3%. Se non aumenta la crescita della produttività, l'Italia non sarà in grado di crescere più del previsto 1% e in tal caso, dice l'Ocse, «gli introiti fiscali scenderanno e l'Italia non sarà in grado di raggiungere i suoi obiettivi di deficit».

Le nuove imprese necessarie per generare «innovazione, produttività e crescita» non riescono a decollare. Stelzer parla di «blocco imprenditoriale» e ne dà la colpa a una serie di tipicità italiane ("spaghetti-like"): lungaggini procedurali, corruzione, una struttura fiscale che massimizza gli incentivi all'evasione e una smisurata burocrazia pubblica.

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Fondi d'investimento: le società italiane continueranno a perdere mercato (Ft)

L'industria italiana di gestione dei fondi "continuerà a perdere quote di mercato" in Italia

Tags Correlati: Banca Mondiale | Governo | Grecia | Irlanda | Irwin Stelzer | Italia | Mario Draghi | Ocse | Portogallo | Silvio Berlusconi | Spagna

 

Ad aggravare il problema c'è l'opinione «depressa» che il mondo imprenditoriale ha del governo. Il primo ministro Silvio Berlusconi, «i cui flirt con giovani donne divertono gli italiani meno del resto del mondo», affronterà il voto di fiducia il 14 dicembre.
Gli imprenditori interpellati da Stelzer sono convinti - scrive l'economista – che «qualunque sia l'esito di quel voto» finiranno con un governo sempre incapace di pulire dalla spazzatura una Napoli «controllata dai gangster», di salvare i pericolanti tesori artistici italiani, o di portare avanti le «necessarie riforme strutturali dell'economia».

L'economia italiana – spiega - è trainata dalle piccole e medie imprese manifatturiere che fabbricano beni di consumo di alta qualità. Un'industria ad alta intensità di lavoro messa a dura prova dalla concorrenza di prodotti di minore qualità e prezzi molto più bassi fabbricati dai lavoratori cinesi, sia in Cina che in Italia.

Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna stanno pagando premi dal 5% al 7% sul bund decennali tedeschi. L'Italia, che recentemente ha pagato un premio di appena l'1,7%, potrebbe essere la prossima nel mirino degli investitori se non riesce a crescere più dell'1%. Dopotutto, conclude Stelzer, con un debito pari al 120% del Pil, l'Italia è più indebitata del Portogallo, che sta all'85%. E nella classifica della Banca Mondiale dei paesi dove è più o meno facile fare business, il Portogallo è 31.mo, mentre l'Italia è all'80.mo posto: per un imprenditore, in Italia è più dura che in Mongolia o in Zambia e poco meglio che in Giamaica, Albania e Pakistan.

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