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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2010 alle ore 18:24.
L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato recapitato al parlamentare e coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione camorristica per i suoi presunti rapporti con il clan dei casalesi. I pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci gli contestano, tra l'altro, di aver ricevuto sostegno elettorale dai casalesi in occasione delle varie elezioni a cui ha partecipato con risultati positivi
Cosentino è stato consigliere provinciale di Caserta nel 1980, nel 1985 e nel 1990, consigliere regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e confermato parlamentare anche in occasione delle tornate elettorali del 2001, 2006 e 2008. In queste vesti, e in quelle di coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caserta, di vice coordinatore e poi di coordinatore regionale di Forza Italia e successivamente del Pdl - secondo l'accusa - avrebbe contribuito «con continuità e stabilità, a rafforzare vertici (capi ed organizzatori) ed attività del gruppo facente capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone/Russo».
Secondo la Procura, le attività illecite di Cosentino, avrebbero riguardato anche il settore dei rifiuti. Il parlamentare, è scritto nell'avviso di chiusura indagini, «contribuiva in modo decisivo alla programmazione ed attuazione del progetto finalizzato a realizzare nella regione Campania un ciclo integrato dei rifiuti alternativo e concorrenziale a quello legittimamente gestito dal sistema Fibe-Fisia Italimpianti, così boicottando le società affidatarie, al fine di egemonizzare l'intera gestione del relativo ciclo economico e comunque creare un'illecita autonomia gestionale a livello provinciale, controllando direttamente le discariche, luogo di smaltimento ultimo dei rifiuti, ed attivandosi nel progettare la costruzione e gestione di un termovalorizzatore, strumentalizzando le attività del commissariato di governo per l'emergenza rifiuti all'uopo necessario».
Cosentino avrebbe favorito «il perpetuarsi delle dinamiche economico-criminali», ad esempio «condizionando le attività ispettive della commissione di accesso per lo scioglimento del Comune di Mondragone per infiltrazione mafiosa e le procedure prefettizie dirette al rilascio delle certificazioni antimafia, come nel caso della procedura riguardante l'Eco4 spa (l'azienda dei fratelli Orsi attiva nel settore dei rifiuti, ndr) e relative risoluzioni finali, condotte decisive per la tenuta e lo sviluppo del programma».