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Carfagna aspetta al varco Berlusconi e guarda a Forza del Sud. Scambio di baci tra Mussolini e Cosentino

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 15:42.

Raccontano che, come ogni giorno, anche oggi i suoi collaboratori le hanno inviato sulla casella di posta elettronica le agenzie della giornata. Così Mara Carfagna si è chiusa nel suo ufficio annullando molti dei suoi impegni. Unica eccezione: un incontro con il sottosegretario Gianfranco Miccicchè, leader di Forza del Sud. A conferma delle voci già circolate nei giorni scorsi secondo le quali se il ministro decidesse di lasciare il Pdl potrebbe approdare proprio sotto le insegne della nuova formazione di Miccichè. Che al termine dell'incontro si mostra sibillino. «Io ovviamente spero che si risolva tutto perché non voglio un Pdl sfasciato. Se comunque la Carfagna dovesse passare con noi io per primo ne sarei strafelice e faremmo una festa che dura un mese».

Il ministro per ora centellina presenze e commenti. E, a chi l'ha contattata nelle ultime ore, si è mostrato «ottimista per la soluzione dei problemi politici sollevati». Nella sede del dicastero, poi, ha letto le dichiarazioni del coordinatore del Pdl Denis Verdinila Carfagna è brava, ma il partito ha fatto la sua parte») e ha appreso del bacio schioccato da Alessandra Mussolini al coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino. Contro cui il ministro delle Pari opportunità si è schierata da subito e di cui vorrebbe la testa. Tanto che non l'ha spiazzata la nota, vergata dall'ufficio stampa, in cui l'ex sottosegretario solidarizza con la Mussolini «anche a nome dei deputati e senatori campani per le volgari offese ricevute in questi giorni».

Le offese, per intenderci, rimandano a quel «vajassa (donna di strada, ndr) » con cui il ministro ha apostrofato, in una intervista al Mattino, la Mussolini. Spingendo quest'ultima a minacciare la sfiducia in assenza di scuse ufficiali della Carfagna, minaccia rientrata stamane con la Mussolini che ha baciato sulla bocca Cosentino per ringraziarlo della sua solidarietà e assicurato il sostegno a Berlusconi. Senza risparmiare però nuove stilettate al ministro. «L'ho detto a Silvio,la Carfagna sta con Bocchino, il premier non si faccia infinocchiare».

Il premier, per ora, non si è fatto sentire con la sua pupilla. Che ieri però è stata contattata dal sottosegretario Gianni Letta. Oggetto del confronto: la richiesta della Carfagna di garanzie sulla gestione dei rifiuti. «È un segnale di avvicinamento, il sottosegretario ha assicurato il suo impegno - filtra dal suo entourage - ma è chiaro che adesso aspettiamo i fatti». E i fatti per Mara Carfagna devono essere messi nero su bianco nel decreto rifiuti, giunto solo oggi pomeriggio al Colle dopo che ieri il capo dello Stato aveva sottolineato in una nota la mancata trasmissione del dl al Quirinale.

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Il ministro delle Pari opportunità vuole che la responsabilità della costruzione dei tre nuovi termovalorizzatori in Campania faccia capo al governatore Caldoro, come era scritto nel testo sottoposto all'attenzione dei ministri in Cdm. In quella bozza, spiegano sempre dal suo entourage, «era anche previsto che il presidente della Regione in raccordo con gli enti locali nominasse dei commissari prefettizi per ciascuna struttura». Insomma, la massima garanzia sotto il profilo della legalità e della trasparenza. In serata, poi, dopo l'approdo del decreto al Colle, il ministro si è informato sui contenuti del decreto (che recepirebbe la sua linea) e si è detta «soddisfatta».

Ora, però, attende di vedere il testo definitivo. Sa che l'asse Cosentino-Verdini farà di tutto per contrastarla. Anche se alle agenzie di stampa il coordinatore del Pdl consegna quasi uno spot pro-Carfagna. «Sarebbe veramente un bel match se si materializzassero le indiscrezioni che vedrebbero contrapposte mara carfagna e lucia annunziata alle elezioni comunali di Napoli - spiega Verdini -. Colgo anche l'occasione per smentire l'ostilità di Cosentino alla candidatura a napoli di Mara. Lui ha ribadito anche pubblicamente che se Mara dovesse scendere in campo sarebbe pronto a dare una mano». Al ministro suonano come dichiarazioni di circostanza, la realtà dei fatti è ben diversa e la Carfagna comunque non demorde. Attende la chiamata del Cavaliere perché è chiaro che, per indurla a tornare indietro, non basterà solo il Caldoro commissario nella gestione dei nuovi termovalorizzatori. Lei ha chiesto a Berlusconi anche un segnale di discontinuità nel partito: vuole l'azzeramento di Cosentino. Solo questo potrebbe forse indurla a tornare indietro.

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