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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2010 alle ore 08:42.
Seduta contrastata a Wall Street, dopo i massimi da due anni toccati giovedì dai principali indici, che oggi hanno comunque mantenuto le posizioni. Il Dow Jones ha registrato infatti un ribasso frazionale dello 0,06% a 11.491,91 punti, mentre lo S&P 500 ha guadagnato un modesto 0,08% a 1.243,91 punti. Un po' meglio il Nasdaq Composite che è salito dello 0,21% a 2.642,97 punti, grazie al traino di Oracle che ha fatto un balzo del 5% dopo aver riportato profitti trimestrali in crescita del 28%, superiori alle attese degli analisti.
Le Borse europee
Chiusura in ribasso invece per le Borse europee. Alle due notizie accolte positivamente ieri dai mercati finanziari (in America l'indice Philadephia Fed, che misura lo stato dell'economia sulla costa atlantica, è salito al di sopra delle attese mentre il Consiglio europeo ha raggiunto l'accordo per creare un meccanismo permanente di salvataggio per paesi che si trovassero in difficoltà) ha fatto da contraltare il nuovo taglio di rating sul debito dell'Irlanda, annunciato da Moody's in mattinata e successivamente le pessime previsioni del Fondo monetario internazionale sui rischi di contagio del debito sovrano irlandese.
Gli indici europei si sono mossi sotto la parità per tutta la seduta e hanno chiuso con il segno meno. La peggiore è stata Piazza Affari dove il FTSE Mib ha ceduto l'1,46% e il FTSE IT All Share l'1,13 per cento. Perdite intorno al mezzo punto percentuale per turre le altre piazze del Vecchio Continente. A Wall Street ha pesato il dato del superindice di novembre, misurato dal Conference Board, che é sì salito dell'1,1%, ma é leggermente al di sotto delle attese. Sugli scambi hanno impattato, poi, anche le scadenze di futures, opzioni e indici che ricorrevano oggi, terzo venerdì del mese di dicembre, noto agli addetti ai lavori come giorno delle «tre streghe».
Moody's taglia di cinque gradini il ratig dell'Irlanda
Moody's ha tagliato di cinque gradini in un colpo solo il rating dell'Irlanda, portandolo da "AA2" a "BAA1". L'outlook è negativo e dunque l'Irlanda rischia un ulteriore downgrade. La decisione - che segue il taglio operato a luglio da Moody's e la scorsa settimana da Fitch - è stata presa per le passività delle banche, l'accresciuta incertezza dello scenario economico e il declino della forza finanziaria. L'agenzia internazionale di rating nota che la competitività e le agevolazioni fiscali del paese sono «credit-positive». La decisione di tagliare il rating è anche legata alle recenti informazioni economiche e, in particolare, alla tenuta dell'export.