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Fincantieri conquista la marina americana: contratto da 4 miliardi di dollari per dieci navi

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 07:36.

Fine d'anno con il botto per Fincantieri. In partnership con il colosso Lockheed Martin, il gruppo guidato da Giuseppe Bono si aggiudica una commessa del valore complessivo di 4 miliardi di dollari per la costruzione di dieci navi destinate alla Marina degli Stati Uniti. La prima delle dieci unità, che rientrano nel programma Littoral combat ship, ha un valore di 437 milioni di dollari. Le altre nove saranno acquisite dalla Us Navy attraverso una serie di opzioni da esercitare entro il 2015.

L'amministratore delegato di Fincantieri saluta il maxi-ordine alla stregua di un segnale di riscossa che travalica il perimetro del gruppo cantieristico e assume una valenza strategica per l'intera azienda Italia. «Sono sicuro – sottolinea Bono in una nota – che l'acquisizione di questo prestigioso contratto da parte di Fincantieri possa risvegliare l'orgoglio e l'entusiasmo dell'industria nazionale, oggi più che mai necessari per superare questi momenti di crisi».

Le dieci unità affidate all'accoppiata Lockheed Martin- Fincantieri non esauriscono il programma della Marina statunitense che ha come obiettivo finale la costruzione di 55 navi, per un valore complessivo di 20 miliardi di dollari, entro il decennio che sta per iniziare. A beneficiare delle ricadute dell'ordine, in termini di carichi di lavoro, saranno principalmente gli stabilimenti che il gruppo cantieristico italiano possiede negli Usa, ma non manca un coinvolgimento «significativo» - come lo definisce una nota – delle unità produttive del gruppo in Italia.

In dettaglio, le navi saranno costruite nello stabilimento di Fincantieri Marine Group, consociata del gruppo sul mercato Usa, che sorge a Marinette Marine (Wisconsin) dove, peraltro, Fincantieri ha già realizzato la Freedom, la prima unità del programma Littoral combat ship, in esercizio dal 2008. Sempre a Marinette Marine è in fase di costruzione la Fort Worth, un'unità che sarà consegnata alla Marina Usa entro il 2012. Quanto alle ricadute in Italia della mega-commessa statunitense, è previsto che una parte delle forniture sarà prodotta dalla Direzione sistemi e componenti navali di Fincantieri: in particolare, saranno di provenienza italiana i generatori diesel elettrici (forniti da Isotta Fraschini Motori) e un sistema di stabilizzazione di nuova generazione di cui sono già dotate le prime due navi del programma varato dalla Marina americana.

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Tags Correlati: Appalti | Bob Stevens | Fincantieri Marine Group | Giuseppe Bono | Isotta Fraschini | Italia | Lockheed Martin | Marina Militare | Martin Lockheed | Stati Uniti d'America |

 

Le unità assegnate dalla Us Navy alla partnership fra il gruppo italiano e Lockheed Martin, che detiene la leadership mondiale nel settore della Difesa, hanno un dislocamento a pieno carico di 3mila tonnellate, sono lunghe 115 metri e larghe 17,5 metri. Possono raggiungere una velocità di 45 nodi e dispongono di ponte di volo e hangar capace di ospitare due elicotteri. Alla base dello scafo di queste unità figura il know how messo a punto da Fincantieri con il progetto Destriero, il monoscafo che, all'inizio degli anni Novanta, mise a segno il record di traversata dell'Oceano Atlantico in virtù di una velocità media di 53 nodi. Un filone di progettazione che Fincantieri ha implementato, nel corso degli anni successivi, attraverso la realizzazione di numerosi traghetti veloci.

«Il programma Littoral combat ship – spiega Bono – è un progetto altamente impegnativo che mira al rinnovamento della flotta della Marina americana. Essere stati scelti, insieme a un partner prestigioso come Lockheed Martin, conferma la bontà della nostra strategia, che è quella di rispondere a una competizione sempre più agguerrita pensando e agendo globalmente, mettendo in atto sinergie e offrendo ai clienti di tutto il mondo navi all'avanguardia nei tempi e nei costi prestabiliti. L'eccellenza è la chiave del nostro successo e il risultato eccezionale ottenuto dai nostri cantieri americani ci permette di giocare un ruolo preminente sullo scacchiere internazionale». L'importanza dell'innovazione nelle soluzione tecnologiche, dei tempi e dei costi prestabiliti è sottolineata anche da Bob Stevens, chairman e ceo di Lockheed Martin. «Le unità che realizzeremo insieme a Fincantieri – sostiene il numero uno del gruppo americano - sono in grado di garantire la sicurezza futura degli Stati Uniti. Sono affidabili, multi-missione e, in tempi di contrazione del budget per la Difesa, presentano costi soddisfacenti».

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