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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 21:34.
I riflettori puntati sui social network hanno spostato l'attenzione dai blog. Ma non sono usciti dai radar delle aziende. Il network Populis ha appena acquistato per sei milioni di euro la piattaforma italiana Blogo. E pochi mesi prima, a febbraio, ha comprato un altro network, Blogosfere. All'inizio dello scorso decennio si sono moltiplicate anche in Italia le startup impegnate nella costruzione di luoghi di discussione per il pubblico attivo su internet, sulla scia dell'esempio degli Stati Uniti.
Imprese italiane e social media: un terzo li usa, ma non troppo bene (di Gianni Rusconi)
Alcuni imprenditori italiani non si sono tirati indietro. Blogo e Blogosfere, per esempio, sono state tra le prime piattaforme a lanciare canali d'informazione curati da una rete di blogger. Populis, invece, è l'erede di Goadv, un network europeo per la produzione di contenuti fondato nel 2007. E due anni fa anche Blogbabel, celebre per la classifica dei blog italiani, è stata acquisita da un altro gruppo, Banzai, che in pochi anni ha guadagnato spazio nell'attenzione degli utenti.
Nel tempo i blog hanno più volte cambiato identità. All'inizio sono nati soprattutto come uno spazio amatoriale, definiti spesso "diari online". Nel tempo sono emersi usi professionali: il New York Times è stato tra i primi quotidiani internazionali ad aprire blog seguiti dai suoi giornalisti accanto agli articoli pubblicati su internet. Poi è iniziato un declino nella partecipazione attiva del pubblico. E lo scenario è cambiato in poco tempo. Prima è emerso MySpace, il primo social network a raggiungere un'ampiezza globale. Eppure il suo trionfo non è durato.
L'avanzata di Facebook non ha lasciato più spazio ad altri sul primo gradino del podio: gli iscritti della rete sociale online hanno iniziato a condividere immagini, scrivere brevi messaggi o riflessioni più lunghe nelle note. E hanno conquistato mese dopo mese il tempo degli utenti. Da ultimo sono entrati in campo i microblog come twitter, utili per scrivere comunicazioni sintetiche e segnalare link. Ma si moltiplicano le piattaforme per gli usi professionali di blog tra i ricercatori scientifici, le imprese, i siti d'informazione.