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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 08:32.
Chiusura di settimana di segno meno alla Borsa di Tokyo: sull'andamento in calo ha pesato soprattutto il taglio di ieri del rating sul debito nipponico a lungo termine da parte di Standard&Poor's (che ha innescato una massiccia ondata di vendite a scapito in particolare del comparto finanziario) e una serie di dati macro diffusi oggi che confermano che l'economia nipponica è in deflazione. Al termine delle contrattazioni l'indice Nikkei dei 225 titoli principali è sceso così a quota 10.360,34 dopo aver lasciato sul terreno 118,32 punti apari all'1,12 per cento.
Il primo ministro Kan promette più rigore
Il primo ministro giapponese, Naoto Kan, ha promesso di far rispettare la disciplina fiscale per ottenere la fiducia del mercato, dopo il downgrade del Giappone praticato ieri dall'agenzia di rating finanziario Standard and Poor's. «La cosa importante è che noi manteniamo il rigore fiscale per ottenere la fiducia del mercato al nostro paese», ha detto in Parlamento Kan. L'agenzia di rating Standard and Poor's ha ieri diminuito di un livello il rating del debito giapponese a lungo termine ad Aa-, a causa del pesante indebitamento del paese, corrispondente a circa il 200% del suo prodotto interno lordo, la percentuale più alta tra i paesi sviluppati.
Giappone in deflazione
I mercati hanno registrato anche una serie di dato macroeconomici, comunicati questa mattina. A partire dai prezzi al consumo nel 2010 rispetto al 2009, calati dell'1% (escluso il dato sulle merci deperibili) confermando che l'economia nipponica è caduta in deflazione. Il Giappone ha sofferto per quasi due anni di deflazione, fenomeno pernicioso già noto dal paese tra il 1997 e il 2006, che scoraggia gli investimenti delle imprese e indebolisce la propensione alla spesa dei consumatori. Il ritmo del ribasso, tuttavia, si è ridotto dal record (-2,4%) raggiunto nel mese di agosto 2009. Nel mese di dicembre, l'indice è sceso solo dello 0,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ha detto il ministero degli Interni. Escludendo non solo i prezzi dei prodotti alimentari, ma anche i prezzi dell'energia, l'inflazione è scesa dell'1,2% nell'anno e dello 0,7% in dicembre.