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Finanza e Mercati In primo piano

Le tensioni in Egitto spingono il greggio ai massimi degli ultimi due anni

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 09:23.

Piazza Affari chiude in timido rialzo una giornata contrastata in cui hanno certamente pesato le tensioni in corso in Egitto e il taglio di rating da parte di Moody's del debito sovrano del Cairo. Tensioni che hanno impattato anche sull'andamento del prezzo del petrolio Brent che a Londra, per la prima volta dall'ottobre 2008, è tornato sopra i 100 dollari.

Il greggio quotato a New York ha toccato il massimo degli ultimi due anni. I future sul Nymex con scadenza a febbraio hanno guadagnato 2,85 dollari, a 92,19 dollari. Gli investitori seguono con sempre maggiore preoccupazione l'evolversi delle proteste contro il governo in Egitto e temono un effetto domino in altri paesi del mondo arabo. Anche se l'Egitto non è tra i principali esportatori di petrolio, controlla il canale di Suez, da cui ogni giorno passano circa due milioni di barili di greggio. L'ipotesi di un blocco del canale, anche se improbabile, causerebbe una gravissima interruzione delle consegne di petrolio in Europa.

Gli indici europei
Il FTSE MIB ha guadagnato lo 0,12%, in linea con il +0,08% del CAC 40 di Parigi. Negativi, invece, il listino di Francoforte (DAX 30 a -0,21%) e Londra (FT-SE 100 a 0,31%). Tra i singoli titoli hanno chiuso in rialzo Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, Enel Green Power e Fiat, Finmeccanica. Bene anche Banca Mps nella giornata in cui Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps (principale azionista dell'istituto senese) ha annunciato il probabile ritorno al dividendo.

Wall Street sull'altalena
Chiusura in rialzo per Wall Street dopo una seduta volatile. Il Dow Jones sale dello 0,58%, il Nasdaq guadagna lo 0,49% mentre lo S&P 500 segna un rialzo dello 0,77 per cento. Come le Borse europee anche la piazza azionaria statunitense risente delle tensioni in corso in Egitto. Tra i singoli titoli si mette in evidenza Exxon (la prima società al mondo per capitalizzazione) che guadagna il 2,2% dopo aver presentato i conti del quarto trimestre (utili pari a 9,25 miliardi di dollari, corrispondenti a un utile per azione di 1,85 dollari, superiore alle stime degli analisti).

I mercati registrano anche nuovi dati macroeconomici sull'economia statunitense diffusi in giornata. Nel dettaglio, la spesa per consumi è salita del 3,5% nel 2010 (+0,7% a dicembre dopo il +0,3% di novembre). I redditi personali sono cresciuti delo 0,4% a dicembre, come a novembre. I risparmi degli americani sono scesi ai minimi da marzo, mentre l'indice dei prezzi per le spese personali è rimasto invariato dopo il +0,1% di novembre.

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Le vendite in Germania
Sul fronte macroeconomico, in Europa le vendite al dettaglio in Germania nel mese di dicembre sono scese su base depurata della stagionalità dello 0,3% mensile e dell'1,3% su scala annua. Le previsioni di consensus erano indirizzate verso una crescita del 2,0% mensile e dell'1,1% annuo.

L'andamento dell'euro
L'euro riconquista quota 1,37 dollari a metà pomeriggio continuando nella progressione al rialzo iniziata questa mattina dopo il dato sull'inflazione nell'eurozona, salita al 2,4% annuale in gennaio. Alla chiusura di Wall Street l'euro vale 1,3686 dollari contro gli 1,3601 della chiusura di venerdì. La divisa unica ha toccato anche un massimo intraday di 1,3728 ma il dollaro ha ridotto le perdite grazie alla performance migliore delle attese delle spese per i consumi in dicembre (+0,7% contro attese per un incremento dello 0,5%). Continua tuttavia a dominare l'incertezza sui mercati valutari nell'attesa di capire quali possano essere gli sbocchi della crisi in atto in Egitto. Un importante rassicurazione é giunta intanto in mattinata dall'Opec che si é detta pronta a far fronte a possibili strozzature della produzione a causa della crisi in Egitto con aumenti del proprio output.

Borse asiatiche
Nuova battuta d'arresto, in avvio di settimana, per le principali borse di Asia e Pacifico, frenate dal calo del dollaro nei confronti dello yen, che penalizza i grandi esportatori, e dai timori che la situazione in Egitto possa dare problemi all'area delle economie emergenti, favorendo però il rialzo del greggio. Tokyo ha lasciato sul campo l'1,18% e Sidney ha perso in chiusura lo 0,44%. In controtendenza Shanghai (+1,38%) Sotto pressione sulla piazza nipponica i produttori di computer e stampanti Konica Minolta (-7,8%), Fujitsu (-6,24%) e Toshiba (-3,19%). In calo anche l'elettronica con Fujifilm (-3,1%) e gli automobilistici Mazda (-3,2%) e Nissan (-2,24%), a differenza di Toyota (+0,29%), dopo i dati sulle vendite di auto nuove in Giappone a dicembre, scese del 5,1 per cento.

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