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Mps verso il ritorno al dividendo. Istituto pronto anche al rimborso anticipato dei Tremonti bond

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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 14:24.

Ritorno al dividendo e disponibilità al sostegno per il rimborso anticipato dei Tremonti bond. Queste le linee guida espresse da Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps e maggiore azionista della banca, intervenuto nel corso della presentazione del documento programmatico della Fondazione per il prossimo triennio.

Mps verso il ritorno al dividendo
L'istituto senese lo scorso anno non ha distribuito cedole. Ma per quest'anno il vento potrebbe cambiare. «Mi pare - ha detto Mancini - che le dichiarazioni dei vertici vanno in una direzione precisa: si è parlato di ritorno al dividendo».

Sensazione confermata da un incontro del presidente della banca, Giuseppe Mussari, e del direttore generale, Antonio Vigni, con la Deputazione della Fondazione. «Non voglio prendere in considerazione - ha aggiunto Mancini - ipotesi diverse anche per scaramanzia».

Pronta al rimborso anticipato dei Tremonti bond
Mancini ha anche indicato che la Fondazione Montepaschi è pronta a sostenere la banca per l'eventuale rimborso anticipato dei Tremonti bond sottoscritti per 1,9 miliardi. «Se la banca si pone il problema del rimborso anticipato non può non trovare udienza da noi per trovare la soluzione». Quella dei Tremonti Bond «è una realtà che va affrontata per gli importanti effetti negativi sul conto economico e quindi per l'impatto sul dividendo».

Il rimborso anticipato dovrebbe essere fatto entro il 2012. Mancini aggiunge che per ora non risulta la necessità di un aumento di capitale: «Prendo atto che la banca dice che non ce n'è bisogno e qui sto».

Esclusi progetti di integrazione con altre banche
«Escludo che ci siano progetti di integazione con altre banche. Non sono all'ordine del giorno». Allo stesso tempo la «non scalabilità» è un principio della Banca Mps su cui Mancini dice che «non siamo disposti a transigere». E ha aggiunto che «tra la non scalabilità e la difesa dell'indipendenza strategica» della banca non vi è alcuna «contraddizione». Anche in quest'ottica, è «da escludere qualunque integrazione con altre banche». Cosi si è espresso anche il direttore generale della Fondazione, Marco Parlangeli: «Noi abbiamo un orizzonte temporale di periodo molto lungo, accrescere patrimonio non è un obiettivo che si realizza nell'arco di pochi mesi o anni, nel lungo periodo il valore che effettivamente costituisce un paletto per lo sviluppo di una società è la sua stabilità. È questo - ha concluso Parlangeli - l'obiettivo di fondo».

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Partecipazione in Mediobanca resta «importante»
Mancini ha parlato anche dela partecipazione in Mediobanca (1,9%) definendola «particolarmente importante» sia dal punto di vista strategico sia industriale. Diversa è la presenza dell'Ente senese in Intesa Sanpaolo (0,42%), anche se «la scelta strategicamente più opportuna sembra quella di mantenere ancora in portafoglio il titolo, salvo analizzare, tempo per tempo - ha aggiunto - uno spostamento dell'asset nel circolante, propedeutico a una eventuale futura cessione della partecipazione non appena essa torni su corsi di borsa performanti».

Mancini, a proposito di Mediobanca, ha sottolineato come la presenza nel capitale, e con un membro nel Cda della stessa, «offra opportunità di business» alla Fondazione Mps. «Nel breve periodo il ritorno dell'investimento in termini di dividendi attesi - ha concluso Mancini - si attesta al di sopra del ritorno medio degli strumenti finanziari attualmente offerti dal mercato».

A Piazza Affari, il titolo Banca Mps ha chiuso la giornata di contrattazioni con un guadagno dello 0,65% a 0,928 euro.

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