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Finanza e Mercati Azioni

Wall Street chiude la settimana in timido rialzo. Si rafforza il dollaro dopo i dati sul lavoro negli Usa

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 10:10.

Wall Street chiude l'ultimo giorno della settimana borsistica con un timido rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,25%, lo Standard and Poor's lo 0,29 per cento. Meglio il Nasdaq, cresciuto dello 0,65 per cento. Per larga parte della giornata sull'andamento delle contrattazioni hanno pesato le tensioni in Egitto (Obama spinge verso un rapido ricorso a elezioni «libere e giuste») e i dati incongruenti sul fronte del lavoro: il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 9% ma i nuovi posti di lavoro creati a gennaio (36mila) sono risultati nettamente inferiori alle attese (136mila).

Focus Europa
In moderato rialzo anche le Borse europee. A Parigi l'indice CAC 40 ha guadagnato lo 0,26%, a Francoforte il DAX 30 ha messo a segno un progresso dello 0,31 per cento. Bene anche il FT-SE 100 (+0,23%) di Londra. Più consistente il rialzo di Piazza Affari con l'indice FTSE MIB che ha chiuso a + 0,78% e il FTSE IT All Share a +0,71 per cento. A trainare il listino milanese sono stati i titoli bancari con Banco Popolare, Unicredit e Mediolanum. Tra gli altri titoli si segnala il rimbalzo di Prysmian (+3,48%) dopo che la società ha comunicato questa mattina di aver chiuso con successo (90,4% di adesioni) l'Opas sull'olandese Draka. Tra i titoli minori bene l'As Roma (+1,24%) dopo l'esclusiva per la cessione alla cordata americana guidata da Thomas DiBenedetto.

Sospese le azioni Uniland
Altra giornata di sospensioni per le azioni Uniland in attesa di un comunicato. Lo stop è iniziato mercoledì scorso, è stata prolungato in attesa di una nota della società. Uniland è il gruppo attivo nella compravendita di terreni controllato da Alberto Mezzini, l'imprenditore finito agli arresti domiciliari, insieme ad alcuni collaboratori, per una serie di contestazioni che vanno dal falso in bilancio, all'aggiotaggio, all'insider trading.

Euro stabile
Euro in calo sul biglietto verde per il terzo giorno consecutivo mentre il dollaro canadese tocca i massimi sulla divisa a stelle e strisce da oltre due anni a questa parte.
Dopo aver lasciato sul terreno l'1,3% ieri, la flessione più pesante da novembre, la moneta unica europea oggi è scivolata sotto la soglia di 1,36 dollari a 1,3575 contro una chiusura di 1,3634 segnata ieri sera a New York. Il biglietto verde a sua volta ha toccato i minimi sul dollaro canadese da maggio 2008, calando a 0,98320 centesimi. La valuta statunitense si è rafforzata sull'euro dopo la diffusione dei dati sulla disoccupazione negli Usa. La moneta unica ha perso terreno anche contro la valuta nipponica, scendendo a 111,04 yen, e sembra avviata a chiudere gli scambi con la divisa del Sol Levante in calo per la seconda settimana consecutiva. Si è apprezzata, invece, nei confronti della divisa elvetica, salendo a 1,2986 franchi.

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Giappone, maxi fusione nell'acciaio
La Borsa di Tokyo termina gli scambi in netto rialzo (+1,08%) grazie all'euforia per le nozze tra i due colossi dell'acciaio Nippon Steel-Sumitomo Metal, facendo finire in secondo piano le nuove tensioni in Egitto, la solidità dello yen contro le principali valute internazionali e la prudenza per il rilascio dei dati sull'occupazione Usa, attesi in giornata. L'indice Nikkei guadagna 112,16 punti e si attesta a quota 10.543,52, ai massimi dal 19 gennaio, trascinato dal titoli del settore dell'acciaio, il cui sottoindice riporta un progresso di oltre il 6%. Nippon Steel, operatore leader in Giappone, balza del 10% circa, mentre Sumitomo (numero tre) vola del 16%.

Le due compagnie, la cui fusione è prevista per ottobre 2012, daranno vita a un autentico colosso mondiale, secondo solo a ArchelorMittal. L'operazione, inoltre, ha rafforzato le attese degli investitori sulla ristrutturazione dell'industria dell' acciaio e, possibilmente, in altri settori strategici dell' economia nipponica.

Le tensioni in Egitto spingono il greggio
I prezzi del greggio sono ripartiti al rialzo sui mercati asiatici, sempre sotto la spinta delle turbolenze in Egitto e dei rischi di contagio nella zona. Il Wti, consegna marzo, è salito di 5 cents a 90,91 dollari a barile, il Brent del mare del Nord, stessa scadenza, ha guadagnato 25 cents a 102,1 dollari. Resta quindi sostenuto lo spread di prezzo tra il barile scambiato a Londra e quello a New York.

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