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Finanza e Mercati In primo piano

Così la rivolta del Maghreb può influenzare le scelte della Bce al bivio tra inflazione e rischi sovrani

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 19:51.

Il 2011 si annuncia un anno di scelte difficili per il successore di Jean Claude Trichet alla guida della Bce. Dopo due anni di tassi di interesse ai minimi e forti immissione di liquidità, il mercato si attende una svolta in senso restrittivo. Su quali conseguenze però potrà avere un'eventuale stretta però permane molta incertezza. La tenuta delle banche di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, tuttora molto dipendenti dai canali di finanziamento dell'Eurotower, resta un'incognita.

Prezzi oltre i livelli di guardia
Questa situazione, già difficile, è stata poi ancora più complicata dalle rivolte in Nordafrica che, innescando la corsa al rialzo del petrolio, hanno fatto tornare l'inflazione oltre i livelli di guardia. Gli ultimi dati Eurostat parlano di un aumento del 2,3 per cento dei prezzi a gennaio. «L'emergere di tensioni inflazionistiche - ha detto nel suo intervento al Forex il governatore della Banca d'Italia e tra i candidati alla guida della Bce, Mario Draghi - richiede di valutare attentamente i tempi e le modalità di una normalizzazione delle condizioni monetarie, dei tassi di interesse»

Il meccanismo delle aste
«Senza dubbio - commenta Sergio Capaldi, economista di Intesa Sanpaolo - la Bce dovrà prendere delle decisioni difficili nei prossimi mesi. La mia opinione è, che prima di intervenire sui tassi di interesse, l'Eurotower agirà su altri strumenti. Penso soprattutto alle aste "full allotment", canale di rifinanziamento che l'Eurotower ha messo a disposizione negli ultimi due anni per venire incontro alle banche in crisi di liquidità». Attraverso le "full allotment", gli istituti di credito si presentano a Francoforte e possono chiedere quanti fondi desiderano che gli vengono prestati, dietro presentazione di collaterali (cioè titoli usati come garanzia), al tasso di riferimento (attualmente all'1%).

Aste calibrate a tasso variabile
«La Bce - spiega Gianluigi Mandruzzato, economista di Bsi - ha fatto capire che ridurrà gradualmente l'utilizzo di questi canali sostituendoli con aste calibrate a tasso variabile, strumento adottato prima della crisi. Con queste aste è la stessa Eurotower a stimare le esigenze del sistema creditizio, stabilendo quanti fondi immettere sul mercato. Le banche che ne hanno bisogno partecipano a un'asta. È un meccanismo competitivo in cui comunicano quale tasso di interesse sono disposte a pagare per ottenere i fondi».

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L'impatto delle rivolte in Nordafrica sull'economia europea
Le tensioni in nord Africa rischiano di condizionare i tempi e i modi di una stretta creditizia della Bce? «A mio parere - risponde Mandruzzato - sarà determinante l'eventuale contraccolpo che i disordini rischiano di avere sulla crescita in Europa, più che l'inflazione sulla scia dei rincari del greggio. Se l'instabilità politica dell'area si riperquoterà sull'economia del Vecchio continente la Bce potrebbe ritardare il rialzo dei tassi, che il mercato si attende tra giugno e settembre, pur in presenza di prezzi in risalita».

La speculazione e i tassi a zero
Ma quali sono le ragioni di questa impennata dei prezzi? Secondo Franco Bruni, professore di economia monetaria internazionale all'università Bocconi di Milano, i rialzi del petrolio, che ora potrebbero spingere la banca centrale a tagliare i tassi, sono un effetto dello stesso livello minimo del costo del denaro. «La situazione dei tassi è diventata insostenibile - spiega Bruni - il mercato è stato inondato di enormi quantità di liquidità che ha alimentato la speculazione. La situazione deve essere normalizzata al più presto rialzando gradualmente i tassi».

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