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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 14:23.

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Eric Schmidt (Epa)Eric Schmidt (Epa)

La controrivoluzione, la reazione possibile di tappi e regole dei Governi adombrata da Nicolas Sarkozy contro la rete, preoccupa Eric Schmidt, presidente di Google, che incontriamo a Ranchos Palos Verde, poco a sud di Los Angeles. Ma internet ha già la contromossa, per evitare il pericolo di una «balcanizzazione» dice Schimdt, ci sarà una «banda dei quattro», che manterrà vivo lo spirito di libertà.

La «banda dei quattro» di Schmidt include Apple, Amazon, Facebook e ovviamente Google. Saranno loro a formare il nuovo drappello avanzato dell'infotech, per rapidità nel potenziale di crescita («per noi è relativamente semplice sviluppare un nuovo business da un miliardo di dollari» dice) che potrà ostacolare l'intrusione dei «governi». Intrusione per molti versi legittima: la tutela della privacy è centrale al modello di sviluppo del settore e troppo spesso ci siamo accorti che le leggerezza prevale. È su questo che Nicolas Sarkozy ha voluto dare un avvertimento al G8 su Internet organizzato a Parigi nei giorni scorsi. Ma Schmidt è lo stesso preoccupato: «Sarkozy era molto insistente. Mi ha colpito perché nei nostri incontri a porte chiuse lo ha ripetuto più volte, almeno tre volte: sapete, c'è la rivoluzione, ma poi davanti agli eccessi la storia ci dice che alla rivoluzione segue la controrivoluzione. Il problema è che i governi non capiscono i nostri modelli. E questo potrebbe significare limiti alla diffusione, regole per un veicolo per sua natura globale e il pericolo di una balcanizzazione della Rete su livelli nazionali. E se capiterà davvero c'è da preoccuparsi».

Incontriamo Schmidt ai margini del convegno «All Things Digital 9», una passerella dei più infulenti protagonisti del settore organizzata da Walt Mossberg e Kara Swisher, del Wall Street Journal alla quale il nostro giornale è l'unico media italiano invitato. Schmidt, fra i consiglieri esterni di Barack Obama, ha lasciato il ruolo operativo a Google a Larry Page e sempre più si occupa della fenomenologia di Internet: «Oggi sono soprattutto su un aereo, seguo le tendenze, parlo con i governi... e scrivo: sto preparando un nuovo libro». Il nuovo libro è una evoluzione dell'articolo che ha scritto in dicembre su Foreign Affairs con Jared Cohen, un ex giovane funzionario del dipartimento di Stato, «L'impatto Digitale, Connessione e Diffusione di Potere», in cui anticipava con piglio profetico l'impatto di Internet sulle rivoluzioni arabe. Il titolo del nuovo libro è evocativo: «L'Impero della Mente: L'Alba dell'Era Tecno-Politica». «In 100 anni – dice ancora - siamo passati dalla possibilità per l'uomo medio di non avere alcun controllo sull'informazione a un controllo quasi completo sull'informazione globale. Le sfide che si aprono sono immense... dalla trasformazione delle nostre democrazie alle minacce dei terroristi».

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