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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2012 alle ore 06:43.

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«Solo Unipol salva FonSai». Nella foto Carlo Cimbri Ceo di Unipol. (Imagoeconimica)«Solo Unipol salva FonSai». Nella foto Carlo Cimbri Ceo di Unipol. (Imagoeconimica)

BOLOGNA - «L'interferenza» di Sator e Palladio lo preoccupa marginalmente. In testa ha ben chiaro il progetto Unipol-Fondiaria Sai che porterà alla creazione di un market leader con una quota del 30% e un utile netto al 2015 di 970 milioni. Ieri l'ha spiegato al consiglio di amministrazione del gruppo bolognese e oggi, in questo colloquio con il Sole 24 Ore, è pronto a illustrarlo a tutti i soci.

E per farlo Carlo Cimbri, amministratore delegato della compagnia delle Coop, richiama quattro punti chiave: Fondiaria Sai necessita di un aumento da 1,1 miliardi, Premafin dovrà far parte dell'integrazione, Unipol Banca non è un nodo da sciogliere e l'esposizione complessiva dell'agglomerato verso Mediobanca sarà ridotta. A valle di tutto ciò nascerà una realtà con un combined ratio del 93% e un portafoglio danni di 10,5 miliardi nel 2015.

Avete deciso di prendere misure concrete contro il progetto di Sator e Palladio.
Mi chiedo: dov'è il progetto? Detto questo, i legali monitorano la situazione onde evitare che si verifichino azioni che possano recare nocumento alla nostra società.

Rispetto alla vostra proposta uno dei nodi chiave è la debolezza di Unipol Banca.
Riguardo a Unipol Banca abbiamo adottato una politica rivolta alla solidità patrimoniale. Ne è prova che rispetto al 2010 il gap tra impieghi e raccolta è sceso di 400 milioni e il nostro Core Tier 1 è salito all'8,2% dal 6,8%. Quest'anno, tra l'altro, abbiamo ritenuto opportuno apportare una rettifica di valore di 300 milioni sull'avviamento iscritto di 419 milioni.

Da qui un risultato netto negativo di gruppo per 94 milioni. Senza questa posta e senza l'affrancamento fiscale, l'utile a quanto si sarebbe attestato?
In assenza di componenti contabili straordinarie avremmo ottenuto profitti più elevati del target fissato a piano, che per il 2011 era di 105 milioni. Operativamente l'anno appena trascorso ci ha dato grandi soddisfazioni, basti ricordare che il combined ratio per il ramo danni è sceso al 95,5% contro il 97% fissato per il 2012.

Conferma però che non ci saranno dividendi per i soci?
Sì, lo consiglia anche l'instabilità dell'attuale situazione economico-finanziaria. Abbiamo scelto di patrimonializzare il gruppo e questo nonostante un margine di solvibilità del 125% senza decreto anti crisi. E se oggi dovessimo calcolare la riserva di patrimonio rispetto alla chiusura 2011 sarebbe di 500 milioni superiore, che vale più o meno altri 25 punti si solvency.

Tornando a FonSai, il cda ha deciso per un aumento da 1,1 miliardi.
Come abbiamo già avuto modo di dire a Premafin, crediamo che la dimensione dell'aumento di capitale sia assolutamente necessaria in rapporto alla situazione patrimoniale del gruppo, che abbiamo constato anche da recenti verifiche. E la riteniamo sufficiente solo nell'ambito di un progetto di integrazione.