I più antichi mastri birrai della storia? Prima dei monaci e delle suore del Medioevo, furono le sacerdotesse dei templi babilonesi:
producevano una bevanda a base di orzo e pane. Antenata della birra. Ecco quando è nata e chi produce la vera birra trappista.
L'editto della purezza nel ducato di Bavaria
Nei monasteri medioevali si iniziò con il “grut”, una mistura d'erbe diluita, a base di bacche di ginepro, assenzio, cumino,
anice, genziana, rosmarino. Poi, al tempo di Federico Barbarossa, suor Hildegard von Bingen, botanica benedettina dell'abbazia
di St. Rupert in Germania, introdusse il luppolo per le sue proprietà stabilizzanti e conservanti. La ricetta perfetta arrivò
nel Rinascimento (1516): la birra di Guglielmo IV fu per legge a base di orzo, luppolo e acqua pura. Il duca di Bavaria emanò per la sua bevanda il Reinheitsgebot, l'editto della purezza.
L'esclusivo logo Atp
E se in Germania già nell'anno 1000, nell'abbazia di Weihenstephan, l'abate Albert birrificava, da secoli la patria spirituale
della birra trappista è per tutti il Belgio: in 6 monasteri le bottiglie hanno il marchio rosso ATP, “Authentic Trappist Product”. Indica che il prodotto è stato lavorato all'interno dell'abbazia sotto il controllo diretto dei monaci. I ricavi non hanno
mai scopo di lucro, solo quello per il sostentamento del monastero. Il marchio rappresenta una tradizione millenaria.
Trappista, monastica o d'abbazia?
L'ordine dei Trappisti, affiliato ai Cistercensi, ha avuto origine nel'600 nel monastero di Notre Dame de la Trappe, in Normandia,
dove l'abate Armand Jean Le Bouthillier de Rancè ristabilì le regole della stretta osservanza. Mai dire “birra d'abbazia”
a una trappista: in genere quelle prive del tipico logo rosso esagonale dispongono solo dell'autorizzazione a operare su licenza
di un monastero. Ma quelle brassate nei birrifici delle abbazie seguono invece processi artigianali e tecniche antiche.
Olanda, arte brassicola patrimonio Unesco
Dal 2016 la birra belga – “arte brassicola senza pari, parte integrante della vita quotidiana del Paese” - è Patrimonio dell'Umanità.
Agenzie di viaggio organizzano tour dedicati, tra abbazie e birrifici di Chimay, Rochefort e Orval. La birra più pregiata
delle Fiandre proviene dal monastero di Saint Sixtus, vicino al confine francese. È la Westvleteren, tappo giallo, blu e verde.
Birrifici Trappisti
Dodici i birrifici trappisti nel mondo (170 i monasteri). Uno è in Massachusetts, nella St. Joseph's Abbey in Spencer. Gli
altri in Olanda (2), in Francia, in Austria. In Italia è Atp la Tripel Tre Fontane, prima birra trappista made in Roma. Sulla Laurentina, nel monastero dei Santi Vincenzo e Anastasio, i benedettini, fedeli alla regola dell'Ora et labora, producono
il nettare monastico, molto apprezzato all'estero. La loro birra ha il profumo balsamico dell'eucalipto. La produzione annua
è intorno ai 1.000 ettolitri. Chi partecipa ai ritiri di preghiera, dopo i salmi, può visitare birrificio, cantina e frantoio.
La Cascinazza, primo microbirrificio monastico
Anche alle porte di Milano, dal 1971, la comunità benedettina dei Santissimi Pietro e Paolo, nel Parco agricolo Sud, prega
e lavora. La Cascinazza è stato il primo micro birrificio monastico italiano. Un'esperienza alla quale i monaci (21) si sono dedicati con impegno, per integrare il reddito proveniente delle attività
agricole. «Due di noi, nel 2005, sono stati in Belgio per uno stage di 40 giorni nella nell'abbazia di Westvleteren, successivamente
abbiamo installato un impianto, completato le pratiche per i permessi, e nel 2008 abbiamo avviato la produzione», racconta
con entusiasmo padre Claudio. E continua: «Raggiungiamo circa 200 ettolitri annui, una quota relativamente piccola, ma compatibile
con le esigenze della nostra vita monastica, dato che tutto il lavoro, dall'inizio alla fine, è svolto soltanto da noi monaci,
4 o 5, secondo le necessità». Si tratta di un prodotto di nicchia che ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, come la medaglia
d'argento al Brussel beer challenge.
Da Norcia a Montecassino
Con l'acqua dei Monti Sibillini, nella valle di Norcia, luogo natale di San Benedetto, i monaci birrai producono la Birra Nursia, con aromi di coriandolo e limone. La vendita diretta delle bottiglie (ogni sabato mattina) contribuisce alla ricostruzione
dei luoghi colpiti dal terremoto del 2016.
Nell'insediamento monastico di Montecassino, invece, fondato da Benedetto da Norcia nel 529 d.C., sta per rinascere la più
antica birra d'abbazia prodotta in Europa. La stessa che già si beveva ai tempi di Sant'Ignazio di Loyola, il gesuita che
nel priorato dell'Albaneta scrisse le 14 regole del Discernimento. Prodotta in un piccolo stabilimento artigianale intorno
all'area del convento, la birra, lavorata secondo le indicazioni della secolare ricetta benedettina, sarà un'occasione per
rilanciare tutto il territorio e custodirne l'identità, creando nuove opportunità di sviluppo.
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