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Dossier 10 novità dagli alambicchi: distillati nobili e da meditazione

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    Dossier | N. 47 articoliSpirits

    10 novità dagli alambicchi: distillati nobili e da meditazione

    Giunto alla dodicesima edizione con una giornata in più rispetto alle solite due, Bar Convent Berlin che si è chiuso lo scorso 10 ottobre si conferma l'evento clou a livello europeo per il mondo dei distillati e della mixology. Evento B2B sia chiaro, perché accedere allo spazio espositivo ricavato all'interno di una ex stazione ferroviaria, senza poter dimostrare di essere professionisti del settore è proprio impossibile. Il che fa di Bar Convent il palcoscenico ideale per il debutto sul mercato delle novità più interessanti del settore: dalla presentazione delle tre referenze The Distillery Collection del rum venezuelano Diplomático, distribuito in Italia da Compagnia dei Caraibi, basate su altrettanti metodi di distillazioni differenti allo “spirito di Haiti” ovvero una serie di rum particolarissimi e artigianali, i Clairin, selezionati dal “guru del rum”, nonché patron di Velier, Luca Gargano.

    Amari italiani di tendenza
    Il calabrese Ivano Trombino del Vecchio Magazzino Doganale ha invece “regalato” al pubblico un altro gioiello dopo il suo Amaro Jefferson: si chiama Madame Milù e racconta di erbe e botaniche raccolte a mano (dalla camomilla alla menta, alla resina di pigne della Sila) con grande dedizione. “Liquore da bere al Bisogno” è il suo claim che, a parer nostro, bene si adatta anche ad Amara, un amaro a fortemente connotato da arancia rossa siciliana Igp, sempre Velier, o all'innovativo Beermouth firmato Birra Baladin. Innovativo perché, pur ispirandosi alla tradizione del vermouth, innesta le tredici botaniche selezionate su una birra da 14% vol chiamata Xyauyù. Insomma, un vermouth a base birra che conferma l'estro creativo del birrificio piemontese. Potrebbe poi il fronte del gin essere privo di novità? Il distillato più di tendenza al momento, come i dati di mercato continuano a confermare, sforna nuovi prodotti a ritmi quasi incredibili.

    Qui ne segnaliamo tre: il Sipsmith, un London Dry nato in una piccola distilleria londinese nel 2009, e distribuito in Italia da Onesti Group e l'O'Ndina, gin dal “profumo mediterraneo” grazie all'originale inserimento del basilico ligure tra le botaniche proposto da Campari. Il terzo è forse il primo gin non alcolico della storia: si chiama Fluère e utilizza ginepro, coriandolo, lavanda e scorza di limone. Zero gradi alcol, ma profilo aromatico intrigante per astemi e morigerati.

    Infine il segmento delle famiglie dei distillati “nobili”: cognac e whisky. Per la prima merita la menzione l'Homage di Hine, un blend a tiratura limitata di vecchie annate, alcune invecchiate in Francia e altre in Gran Bretagna, proposto in Italia da Rinaldi Importatori, per la seconda il Johnnie Walker Blue Label Ghost and Rare Port Ellen. Il lungo nome e l'importante prezzo (330 euro al pubblico) testimoniano la rarità autentica del distillato realizzato con riserve di whisky di distillerie chiuse da tempo. Distillerie fantasma (Ghost) per l'appunto.

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