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    Dossier | N. 19 articoliIl Panettone, simbolo del Natale

    Storia del Christmas pudding: nato grazie al re dell'uvetta, il veneziano Giacomo Regazzoni

    Natale, tempo di Christmas pudding. Il dolce che al di là della Manica ricopre il ruolo che da noi ha il panettone è un composto carico di frutta secca in generale e di uvetta in particolare. Proprio per questo, così come anche il plum cake, ha un papà tutto italiano, di nome Giacomo Ragazzoni, un mercante – occorre aggiungere ricchissimo? – veneziano che nella seconda metà del Cinquecento deteneva il monopolio del commercio dell'uvetta passa, tra l'impero ottomano e l'Inghilterra. Insomma, è stato Ragazzoni a rendere l'uvetta un bene di (quasi) largo consumo nel regno dei Tudor e senza di lui i dolci inglesi a base di questo ingrediente o non sarebbero nati o sarebbero arrivati solo più tardi. Non è affatto un caso se i primi accenni al Christmas pudding risalgono al XVI secolo.

    Ragazzoni apparteneva a una famiglia di mercanti originaria di Valtorta, nell'alta val Brembana. A Venezia possedevano parecchi immobili, tra i quali un palazzo a Cannaregio. Nel 1542, quattordicenne, viene mandato a Londra per imparare l'arte della mercatura e seguire gli affari della famiglia. Lì tesse buone relazioni con gli ambasciatori veneziani che lo presentano a corte: conosce Enrico VIII, Edoardo VI e partecipa alle cerimonie di incoronazione (1533) e di nozze di Maria Tudor con Filippo d'Asburgo (1554). Gli viene concesso l'onore di inserire la rosa dei Tudor nel proprio stemma araldico.
    Nel 1558, alla morte del padre, rientra a Venezia. Si dedica ad accrescere le capacità commerciali dell'impresa di famiglia e fa varare tre grandi navi in grado di raggiungere Londra e Anversa partendo da Costantinopoli. È in questi anni che diventa il monopolista del commercio dell'uvetta passa, detta anche, non casualmente, «sultanina».

    Il diplomatico delle leccornie
    Come spesso accadeva ai tempi, i mercanti più potenti e influenti vengono utilizzati come diplomatici informali (e anche come agenti segreti). Poco ci manca che Ragazzoni metta d'accordo la Serenissima e gli ottomani evitando la conquista turca di Cipro e quindi la vittoria cristiana di Lepanto nel 1571 (la seconda sarebbe dovuta servire a evitare la prima, ma, come sappiamo, non andò così). Quando il papa, promotore della Lega Santa, si accorge che Venezia stava in realtà tramando col sultano, monta su tutte le furie. A quel punto la repubblica, che si era cautelata mandando a Costantinopoli non un membro del patriziato, ma un negoziatore occulto, scarica Giacomo Ragazzoni. Era uno scenario previsto, ma in ogni caso il nobile rischiava grosso: i turchi avevano una certa qual tendenza a non rispettare le immunità diplomatiche quando qualcuno dichiarava loro guerra. Il sultano Selim II, invece, lo apprezza e lo rimanda a casa senza torcergli un capello. La repubblica per ringraziarlo concede a lui e ai fratelli il feudo di Sant'Odorico, vicino a Sacile, e in tal modo la famiglia si garantisce il diritto di sedere fra i castellani del parlamento del Friuli.

    Il 7 ottobre 1571 a Lepanto sarebbe andata che le 204 galee cristiane (metà delle quali veneziane) avrebbero sconfitto le 216 galee ottomane grazie soprattutto alla trovata di interporre sei galeazze veneziane tra le due flotte, in modo da rompere l'impeto dell'avanzata turca. Ottomani e veneziani, tuttavia, sapevano benissimo che dopo la guerra sarebbero dovuti tornare a mettersi d'accordo, quindi Giacomo Ragazzoni era più che mai interessato al ritorno della normalità perché oltre a essere più importante mercante di uva passa dal Levante all'Europa, in aggiunta importava pure spezie e zucchero. Esiste quindi un legame diretto e assolutamente insospettato, tra la battaglia di Lepanto, il Christmas pudding e il plum cake.

    A Sacile, oggi in provincia di Pordenone, ma al tempo cittadina ben più importante dell'attuale capoluogo, i Ragazzoni costruiscono un sontuoso palazzo, ancora esistente. Nel 1574 ci si ferma Enrico III di Francia nel tragitto che lo porta dalla Polonia a Parigi. Il sovrano francese concede ai Ragazzoni di aggiungere due gigli allo stemma che così affianca al fiore dei Tudor anche quelli dei Valois. Nel 1581 Giacomo Ragazzoni ospiterà a Sacile pure Maria d'Austria, in viaggio tra Vienna e Lisbona. Il palazzo di Sacile conserva un notevolissimo ciclo di affreschi che riproducono le tappe più importanti della vita di Giacomo: gli incontri con il sultano, con i Tudor, con Enrico III. Quello relativo alla visita di Maria d'Asburgo è stato venduto nel 1511 e oggi si trova a Dresda.


    Il re dell'uvetta sultanina, l'uomo che ha dato agli inglesi i loro dolci più celebri, muore a Venezia nel 1610, a 81 anni d'età.

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