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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 10:25.

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Rai, conti in attivo dopo cinque anni (Imagoeconomica)Rai, conti in attivo dopo cinque anni (Imagoeconomica)

ROMA - Il Cda della Rai approva, all'unanimità, il suo ultimo bilancio, quello dell'esercizio 2011, chiuso con un utile di 4,1 milioni, per la prima volta dopo cinque anni di perdite.
Secondo la legge, sono scaduti ieri i tre anni dalla nomina degli attuali nove consiglieri di amministrazione. Si seguirà, però, quanto prevede lo statuto della Rai: il Cda resta in carica per tre esercizi sociali, sino all'approvazione del bilancio da parte dell'assemblea dei soci.

Quest'ultima è convocata per il 4 maggio in prima convocazione e l'8 maggio in seconda: il 6 e il 7, a cavallo dell'assemblea, si svolgerà il primo turno delle amministrative, con ballottaggi il 20 e 21 dello stesse mese. Nel frattempo andrà avanti la partita a scacchi tra le forze politiche e il Governo Monti, in corso da qualche mese con molti "arrocchi".
Il direttore generale Lorenza Lei ha illustrato ieri al Cda le tappe che hanno portato al risultato in attivo (si veda la sua intervista a Il Sole 24 Ore del 14 marzo). Una volta preso atto che la concessionaria Sipra, con una raccolta di 963 milioni, sarebbe andata al di sotto del budget fissato di 1.050 milioni, si è varata una manovra con riduzione dei costi, anche grazie a nuove modalità produttive, per almeno 60 milioni di euro che, una volta attuate sino a 83 milioni, ha portato al pareggio. I costi esterni della Rai, al netto dei grandi eventi sportivi, sono scesi a 1.320 milioni di euro rispetto ai 1.500 del 2007. Il pareggio ha sbarrato la strada a una delle soluzioni che era allo studio dell'esecutivo nelle prime fasi della partita a scacchi: il commissariamento, non previsto, peraltro, dalle leggi speciali sul servizio pubblico. L'indebitamento è limitato a 268 milioni. Il Cda consegnerà al nuovo vertice un budget 2012 che prevede ancora il pareggio, con ottimismo: non sarà facile avere una raccolta pubblicitaria pari al 2011 visto l'andamento del mercato, nonostante i due grandi eventi sportivi, (Europei di calcio e Olimpiadi estive di Londra che comporteranno maggiori costi per oltre 140 milioni di euro).

La parola passa alla politica: quando Monti tornerà dall'Oriente, la prossima settimana, il vertice con i tre segretari dei partiti che lo sostengono dovrebbe affrontare una seconda volta il problema del Cda Rai, sul quale si era chiusi quello del 15 marzo. Con due novità: la scadenza dell'attuale Cda e le tensioni create nei tre partiti dalla vicenda del mercato del lavoro. Tensioni che potrebbero, secondo alcuni sconsigliare Monti dal creane altre prendendo un'iniziativa sul vertice Rai o, secondo altri, potrebbero, al contrario, indurre il Governo a concedere al Pd una mini-riforma della governance Rai.

In ogni caso, l'attuale vertice dovrebbe restare ancora qualche mese con una prorogatio di fatto, con pieni poteri (non esiste l'ordinaria amministrazione per la Rai). Il presidente Paolo Garimberti: «Fino all'avvento del nuovo Cda il nostro dovere di consiglieri, come ci è stato ricordato oggi dal Presidente del collegio sindacale, è quello di continuare ad amministrare la Rai». Se si voterà con la Gasparri, la nomina di personalità autorevoli da parte del Governo (un consigliere più la designazione del presidente) non basterà al Pd e all'Idv, intenzionati a non rinnovare il Cda con questa legge. Per aumentare i poteri del direttore generale serve una legge, mentre con la norme attuali si possono dare più deleghe al presidente, a scapito del Consiglio. La Gasparri non cambierebbe. La Rai dovrà attendere un'intesa tra i partiti, in uno scenario in continua evoluzione.

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