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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2012 alle ore 08:13.

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CORTINA. Dal nostro inviato
Un Paese all'apparenza arido, perché non offre un ambiente in cui le start up e l'imprenditoria innovativa possano nascere e crescere; ma in realtà è un Paese che ha solo bisogno di scoprire questi strumenti che aiutano la crescita di nuove iniziative; perché chi ha avuto contatti con questo mondo poi ne ha avuto benefici e quindi ci riprova. È questo lo scenario che emerge dal sondaggio Ispo per i Giovani di Confindustria su un campione rappresentativo di imprese, presentato ieri a Cortina nel corso del convegno «Start Me Up! Nuove imprese chiedono di crescere» promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
I dati generali disegnano uno scenario pessimistico. Per il 68% degli imprenditori il Paese non sembra favorire la nascita di startup. In particolare, per il 76% degli intervistati, non sono incentivate a sufficienza le iniziative specifiche dei giovani; percezioni, queste, maggiormente diffuse tra le imprese più piccole (con meno di 15 dipendenti). Il 60% è poi convinto che la crisi economica abbia avuto l'effetto di deprimere l'adozione di strategie a favore delle startup, in un quadro già poco incline a supportare lo sviluppo delle giovani aziende.
L'indagine restituisce dunque l'immagine di un Paese che non mette le nuove imprese in condizione di svilupparsi e che ha un tessuto imprenditoriale poco disposto a investire in start up. Tanto che le imprese italiane che investono in start up sono solo il 16% con un 12% che è disponibile a investire in aziende innovative, ma con cifre non superiori ai 100mila euro. È interessante notare, però, che la propensione a investire è significativamente superiore (+32 punti percentuali) tra le imprese che hanno già finanziato in passato delle startup. Tra i provvedimenti considerati più efficaci per favorire la nascita delle nuove imprese ci sono le iniziative tra università e imprenditori. In particolare, il 59% del campione si dice disposto a collaborare con le università. Tra le altre azioni: le attività degli istituti di credito e l'incontro tra idee e capitali.
«Questi dati evidenziano un preoccupante sentimento di abbandono e di sfiducia delle imprese, soprattutto dei giovani che non si sentono supportati dal sistema paese. Eppure l'unico vero modo per crescere è tornare a investire sul futuro», commenta Jacopo Morelli, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria. «Rischiamo troppo poco – ha proseguito – le nuove generazioni devono assolutamente reagire e mettersi in gioco».
«La crisi di fiducia che dalla metà del 2011 ha colpito il nostro Paese, ha sicuramente rallentato ma non ha fermato la voglia di fare impresa – aggiunge Giulio Pedrollo, Presidente dei Giovani Imprenditori del Veneto – l'Italia è ancora in fondo alle classifiche per tasso di imprenditorialità, si investe l'1% di quanto si investe in Europa in venture capital, eppure qualcosa si sta muovendo. In Italia non mancano le idee, le proposte, le competenze, le esperienze e l'entusiasmo, c'è però ancora una forte resistenza al cambiamento, se vogliamo ripartire ci vuole maggiore coraggio».
Tornando alla ricerca, emerge che non sembrano esserci particolari preclusioni a investire su un giovane: se l'idea fosse interessante, un'azienda su due finanzierebbe la startup, ma di queste la metà lo farebbe solo in associazione con altri imprenditori, soprattutto le imprese più piccole. Gli investimenti sembrano essere sollecitati da ragioni economiche (77%): attrattività del business, ritorno finanziario dell'investimento a seguito della vendita della startup, vicinanza tecnologica/di business, dimensioni ed appetibilità del mercato di riferimento; ma il 41% del campione cita come fattore di scelta la credibilità ed esperienza del team.
Il convegno di Cortina ha anche portato risultati concreti: per esempio venerdì 180 imprenditori riuniti dai Giovani di Confindustria hanno incontrato 23 start up. E tre di queste (Uquido, Si14 e Rsens) hanno trovato i finanziamenti da parte del Banco Popolare. E c'è anche il "Talento delle idee", l'iniziativa sempre dei Giovani di Confindustria, in collaborazione con Unicredit, per individuare e sostenere giovani imprenditori innovativi italiani. Una sorta di gara, giunta alla seconda edizione, in cui si mettono a confronto le idee imprenditoriali e che premia tre start up a livello nazionale e ventuno a livello locale.
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