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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 06:45.

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«Non è né semplice né scontato il percorso verso la sostenibilità ambientale», premette Aldo Fumagalli Romario, presidente della Commissione Sviluppo sostenibile di Confindustria ma come hanno mostrato ieri le imprese riunite in Assolombarda «si può intraprendere». Che sia progressivamente aumentata la sensibilità rispetto a questi temi lo dimostra l'adesione alla Carta dei principi per la sostenibilità ambientale di Confindustria: «A poco più di un mese dalla sua nascita ha già raggiunto 150 iscritti, ma l'obiettivo è di arrivare in giugno, in occasione della conferenza di Rio, con almeno mille aziende», spiega Fumagalli Romario. Anche per questo il roadshow va avanti. Dopo la tappa milanese, ne seguiranno altre due, a Roma il 18 aprile e a Bari il 17 maggio.
Sul territorio nazionale finora hanno aderito grandi nomi ma anche le associazioni. Fumagalli cita «Ferrero, Granarolo, Snam, Cartiere del Garda ma anche Assolombarda, Federlegno e Confindustria Puglia. Il mondo verde di Confindustria è ben presente». Il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini ne parla come di «un'iniziativa che rientra nella collaborazione tra Confindustria e ministero dell'Ambiente per contribuire attivamente alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile». Ed è proprio dalla crisi, sostiene Meomartini che potrebbe arrivare lo slancio verso questo obiettivo. «Il periodo di crisi che stiamo vivendo ci deve far pensare a un nuovo modo di governare, produrre, organizzare, libero da schemi e convenzioni. È un'opportunità di cambiamento che dobbiamo saper cogliere e in cui la sostenibilità riveste un ruolo fondamentale, sapendo coniugare aspetti di tutela ambientale, innovazione tecnologica e responsabilità sociale».
La carta dei principi e la guida operativa sono state approvate dalla giunta di Confindustria in febbraio con un duplice scopo: «Raggiungere la massima adesione possibile e offrire alle aziende meno strutturate uno strumento operativo», continua Fumagalli. I 10 ecoimpegni che si trovano sul sito di Confindustria (www.confindustria.it) vanno da una serie di obiettivi nel breve, medio e lungo periodo, all'uso efficiente delle risorse naturali, al controllo e alla riduzione degli impatti ambientali. «Il processo di internazionalizzazione – interpreta Fumagalli – è passato dalla fase di export alla fase dell'insediamento degli impianti all'estero. Noi abbiamo stabilito che le aziende che aderiscono alla carta devono operare in coerenza con i principi sottoscritti in tutti i paesi in cui si svolge la propria attività».
In molti casi il percorso verso la sostenibilità si può dire iniziato da tempo, come nel caso di aziende come Ferrovie dello Stato, Sol o Valcucine, ma anche nel caso di associazioni come Federchimica che, ricorda Cosimo Franco, presidente della Commissione direttiva Responsible Care, «ha attraversato tutta la via crucis e ha avviato il progetto di Responsible care già nel 1985». Massimo Medugno, direttore di Assocarta, dice che «la sostenibilità ambientale è da molti anni un tema vitale. Da un lato le nostre attività riciclano, ma dall'altro siamo energivori e abbiamo bisogno di molta acqua e molta energia. Quindi ci siamo preoccupati fin da subito e così in questi ultimi anni abbiamo ridotto del 40% il consumo di acqua per unità di prodotto e abbattuto del 20% il fabbisogno energetico».
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