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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2012 alle ore 08:20.

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BIELLA - Là dove si producevano filati oggi si realizzano guide e coperture per cassetti destinati a mobili per cucine. Totalmente destinati al colosso mondiale dell'arredamento low cost Ikea.

A realizzarli è la Manuex, azienda che dal 2011 - grazie ai contratti di insediamento varati dalla Regione Piemonte - è andata a occupare i capannoni lasciati vuoti da un nome storico del tessile biellese: la Fraver di Quaregna. Un progetto da 20 milioni di euro di investimento, già 56 dipendenti assunti che diventeranno 200 a regime, quando l'azienda sarà in grado di sfornare 20mila cassetti al giorno, circa 5 milioni all'anno. «Attualmente - spiega l'amministratore delegato Giancarlo Formenti - siamo all'ultima fase delle lavorazioni prima di iniziare a consegnare i prodotti finiti a Ikea. Quest'ultimo step verrà raggiunto nel giro di qualche giorno», mentre la produzione andrà a regime a inzio 2013.

La Manuex fa parte del gruppo Fgv, acronimo che sta per Formenti e Giovenzana, Veduggio: i nomi dei fondatori che hanno dato vita alla società nel 1947 e quello del paese in provincia di Como (Veduggio con Colzano) dove si trova la sede principale e dal quale è iniziata l'espansione mondiale: quattro le sedi produttive, in Italia, Slovacchia, Brasile e Cina, e centrali di distribuzione in Germania, Polonia, Spagna e India oltre all'Italia. Oltre 900 gli addetti in tutto il mondo e un fatturato 2011 che ha sfiorato i 100 milioni (+2% sull'esercizio precedente), per l'85% legati all'export. Il rapporto di Fgv con Ikea non è di oggi: «Risale al 1987 - ricorda Formenti - ma si è intensificato negli ultimi anni. Oggi, a parte lo stabilimento biellese, il peso del gruppo svedese sul nostro fatturato totale è valutabile tra il 5 e l'8%».

A portare all'insediamento della Manuex a Quaregna sono stati un percorso complesso e una serie di coincidenze favorevoli: «Nel 2009 Ikea ha lanciato una gara a livello globale cui hanno partecipato 23 aziende di tutto il mondo - sottolinea Giancarlo Formenti - e solo nella primavera del 2010 abbiamo saputo di aver vinto». A quel punto il gruppo comasco non aveva affatto deciso dove posizionarsi e tra le soluzioni favorite c'era la Slovacchia. Poi sono intervenuti alcuni fattori che hanno portato Fgv a fare rotta sul Piemonte: «Una disponibilità di spazi adeguati a condizioni vantaggiose - spiega Formenti - la presenza di manodopera dotata di qualità e competenze elevate e l'iniziativa dei contratti di insediamento».

Insomma, a dispetto dell'immaginario collettivo, l'Italia, in presenza di innovazione e investimenti in ricerca e sviluppo, può competere anche in lavorazioni dove spesso a fare la differenza sono i costi di produzione: «Siamo orgogliosi di contribuire a far riscoprire la competitività del nostro Paese», dice Guancarlo Formenti.

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