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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 06:44.

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NAPOLI
«Ora che mancano poche ore all'inizio delle prime regate di Napoli mi viene in mente il titolo dell'opera che l'artista italiano Fabrizio Plessi creò per l'apertura del nostro negozio di Hong Kong. Si chiamava "Il lusso è lento". C'è voluto del tempo perché il lusso, pardon, il sogno, di portare l'America's Cup a Napoli si realizzasse, ma ora la soddisfazione è grandissima. Proprio come quando, dopo averlo tanto desiderato, si arriva a possedere un oggetto di lusso, che a sua volta ha richiesto mesi, se non anni, per essere creato».
Yves Carcelle, presidente e Ceo di Louis Vuitton nonché appassionato velista, è in partenza per Singapore, ma non avrebbe potuto mancare all'inaugurazione della tappa napoletana di avvicinamento alla Coppa America, che si terrà a San Francisco nel settembre 2013. La maison francese è official timekeeper delle regate ma soprattutto main sponsor e dell'evento e ideatrice della Louis Vuitton Cup, che deciderà, sempre nell'estate 2013, chi tra gli sfidanti affronterà Oracle, detentore della Coppa.
Che impressione le ha fatto l'accoglienza di Napoli?
Quello che sta succedendo dimostra ciò che un grande evento sportivo può fare per una città se è fortemente voluto e organizzato in modo serio. La Coppa ha il merito di mostrare al mondo un volto diverso della città, che troppi associano solo alla criminalità o a cumuli di spazzatura non raccolta. Io ho visto, come tutti quelli che hanno seguito l'evento sui media, una città pulita, di una bellezza conosciuta e inaspettata allo stesso tempo. E per la prima volta nella mia vita, durante la cerimonia d'apertura, ho assistito a fuochi d'artificio sotto la pioggia. È stato incredibile vedere le persone restare, nonostante l'acqua e il freddo così insoliti per il periodo pasquale.
La partenza delle regate di avvicinamento alla Coppa America è stata difficile anche per la mancanza iniziale di sfidanti. Ora però si è aggiunta Luna Rossa e si parla di un secondo team francese. Siete soddisfatti?
Louis Vuitton si è avvicinata alla Coppa America con la creazione della Louis Vuitton Cup, che nel 2013 compirà 30 anni. In tutto questo tempo non c'è stata un'edizione uguale all'altra. È parte della magia di questo trofeo sportivo, il più antico al mondo, che non ha nulla a che vedere con eventi come le Olimpiadi o i Mondiali di calcio, dove il format è più o meno prevedibile. In Coppa America, e di conseguenza nella Louis Vuitton Cup, c'è un tocco di lucida follia che mi è sempre piaciuto e che negli ultimi anni non è certo mancato. Il risultato di anni di controversie, sul mare e nei tribunali, è che le barche scelte per questa edizione sono spettacolari come mai era successo: cinque uomini impegnati a governare catamarani di 45 piedi (13,45 metri) con un albero alto circa 22 metri. Barche che possono regatare anche con un filo di vento, ma che con un buon vento possono arrivare a 25-30 nodi, con una capacità di accelerazione che, a un primo sguardo, fa pensare che da qualche parte ci sia un motore nascosto. Invece è tutto frutto di un'interazione quasi magica tra tecnica sportiva, tecnologia velica e forza della natura.
Nell'agosto 2011, per la prima tappa dell'America's Cup World Series, Bruno Troublè, inventore della Louis Vuitton Cup, disse che senza italiani non sarebbe stata una vera Louis Vuitton Cup. Sperate che oltre a Luna Rossa si aggiungano altri team?
Sarebbe bellissimo, ovviamente, ma già la partecipazione di Patrizio Bertelli e Prada, ufficializzata settimana scorsa, è importantissima. Ricordo il varo, nel 1999 a Punta Ala, della prima Luna Rossa. Ricordo l'emozione di Bertelli e di Miuccia Prada e di tutti i presenti. L'entusiasmo che Luna Rossa è riuscita a costruire ed alimentare negli anni successivi sono stati molto importanti per l'immagine della Louis Vuitton Cup, della Coppa America e della vela in generale. Saremo contenti se arriveranno altri tema, ma quello che conta è la qualità: le barche e gli equipaggi che si affronteranno da qui all'estate 2013 sono tutti di altissimo livello e tutti, sulla carta hanno le capacità per arrivare alla sfida finale con Oracle, che si svolgerà su catamarani ancora più grandi, di 72 metri. E ancora più spettacolari e veloci.
Il 2012 è un anno di grandi investimenti di Vuitton in Italia. Cosa prevedete per i prossimi mesi?
L'Italia, insieme alla Francia, è il Paese che ha dato vita e custodisce la cultura della moda e del lusso. Il momento non è facile, ma per noi questo mercato resta strategico. A gennaio abbiamo inaugurato la prima maison italiana, in piazza San Lorenzo in Lucina, a Roma. In maggio saremo a Venezia per la prossima tappa di regate ed entro l'anno riapriremo il negozio veneziano, che ospiterà anche uno spazio culturale.
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