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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 09:52.

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Ansaldo sistemi (gruppo Finmeccanica) passa dal fondo americano Patriarch alla giapponese NidecAnsaldo sistemi (gruppo Finmeccanica) passa dal fondo americano Patriarch alla giapponese Nidec

La bandiera del Sol Levante sventolerà su Ansaldo sistemi industriali spa (Asi), la società italiana (già di Finmeccanica) fino a ieri controllata dal fondo americano Patriarch Partners. L'azienda, da tempo in due diligence, è stata acquisita, con una trattativa conclusa l'altra notte, dal colosso giapponese dei motori per applicazioni domestiche e industriali Nidec, quotato alla Borsa di New York e in Giappone.

L'operazione prevede l'acquisizione cash dell'azienda italiana, da parte dei giapponesi, per un valore tenuto riservato ma che, secondo rumors di mercato, si aggira intorno ai 380 milioni di euro. Per il pagamento, Nidec, che vanta un fatturato pari a 6,5 miliardi di euro, ed è guidata da Shigenobu Nagamori (13° uomo più ricco del Giappone, secondo Forbes), farà uso della liquidità disponibile. La corporation ha battuto concorrenti quali Emerson Electric, Mitsubishi e Toshiba. L'acquisizione è al vaglio dell'Antitrust, che ha tempo per pronunciarsi fino a fine maggio. Ma poiché i settori in cui operano le due società non sono in sovrapposizione, se non marginalmente, la partita potrebbe chiudersi anche prima.

Lynn Tilton, ceo di Patriarch (fondo specializzato nell'acquisizione e rilancio di aziende in difficoltà), ha siglato con l'appoggio dell'attuale management di Asi, la cessione della società, che in Italia ha stabilimenti a Milano, Genova, Monfalcone e Montebello vicentino e all'estero ha sedi in Francia, Germania, Romania, Russia, Cina, Thailandia, Vietnam, Abu Dhabi e Usa. Claudio Andrea Gemme, ad di Ansaldo sistemi industriali spiega: «L'acquisizione da parte di un gruppo di primaria importanza e di elevato potenziale tecnologico apre interessanti prospettive di sinergia e complementarietà di prodotti. Ci consentirà di competere con maggiore forza nei mercati internazionali, in un momento particolarmente delicato della congiuntura economica mondiale». La speranza è, ovviamente, che Nidec mantenga in vita il marchio Ansaldo. Certamente, prosegue il manager, «ci hanno individuato, con i nostri 160 anni di storia, come potenziale piattaforma per lo sviluppo in Europa e l'obiettivo di Asi è appunto crescere». Determinanti, ai fini dell'acquisizione, chiarisce Gemma, sono stati «i risultati e gli obiettivi che Asi ha perseguito negli ultimi anni e che sono stati confermati nel bilancio al 31 dicembre 2011», che l'assemblea degli azionisti ha appena approvato. Il valore della produzione ammonta a 304 milioni di euro; l'Ebitda è pari a 26 milioni; il risultato netto è di 8,9 milioni; il patrimonio netto, incluso il risultato netto, si attesta a 57,8 milioni.

«Inoltre - conclude Gemme - l'accordo siglato è destinato a sostenere e valorizzare l'attuale struttura organizzativa, produttiva e direzionale, che sarà pienamente riconfermata dalla nuova proprietà. In particolare, il settore commerciale potrà trarre benefici dall'integrazione con la rete commerciale di Nidec, maggiormente presente proprio in quelle aree in cui oggi Ansaldo non ha una sufficiente rappresentanza».
Da parte sua Asi, spiega un comunicato di Nidec, consentirà al gruppo giapponese di «accelerare il suo posizionamento globale nel settore dei motori grazie all'apporto di una struttura commerciale in mercati (come Europa, Cina, Russia, ndr) nei quali Nmc, Nidec motor corporation (azienda di motori industriali, che opera in Nord e Sud America, ndr), non ha attualmente un presidio apprezzabile. Nel breve termine, la società punta a incrementare le vendite attraverso la concomitanza di utilizzo dei marchi esistenti e l'accesso ai canali commerciali di Nmc e Asi, per poi sviluppare nuovi clienti e mercati nel medio termine».
Sul fronte dell'occupazione, i 1.377 dipendenti di Asi (mille dei quali in Italia) si aggiungeranno ai 9.600 di Nmc. Advisor dell'operazione, per Asi, è stata Credit Suisse. Mentre Nidec è stata assistita da un team dello studio Allen & Overy, coordinato da Paolo Ghiglione. Il quale spiega che «c'è un forte interesse per le aziende del made in Italy da parte delle multinazionali dell'estremo Oriente, in particolare di Corea e Giappone».

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