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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 06:46.

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Il 31 agosto 2010, Vladimir Putin parlò chiaro: «Risolvere i problemi ambientali della zona industriale di Norilsk è uno dei compiti principali del management del complesso - disse visitando quella che dal 1992, circondata dalle sue miniere, detiene il primato di città più inquinata di Russia -. Vorrei chiarire: o modernizzate gli impianti oppure, a un certo punto, dovremo decidere di aumentare sensibilmente le penali per motivi ecologici». Lunedì scorso Vladimir Strzhalkovskij, il responsabile del primo produttore mondiale di nickel e palladio - e uno dei principali di molti altri metalli - è tornato da Putin con la strada scelta «per allineare la qualità dell'aria a Norilsk a quella delle città europee, nel giro di quattro anni». Dopo aver esaminato le proposte di diverse compagnie, ha detto Strzhalkovskij, la gara indetta da Norilsk Nickel per pulire il cielo della città più settentrionale della Siberia «è stata vinta da un consorzio europeo composto da Italia, Francia, Austria e Belgio. L'italiana Techint di Milano - ha detto Strzhalkovskij - è il referente principale».
Come ha chiarito il capo di Norilsk Nickel rispondendo a Putin, il valore complessivo dell'operazione è di circa 2 miliardi di dollari, ma il contratto non è stato ancora firmato mentre le parti negoziano i termini di quella che sarà una "prima" assoluta: in nessun posto al mondo esiste una concentrazione così elevata di anidride solforica (SO2), espulsa nell'atmosfera dalle fornaci in cui il nickel estratto dalle miniere viene separato ad alta temperatura dalle rocce in cui è mischiato ad altri minerali: è zolfo il 40% di quei fumi. Smog, piogge acide: "Città dell'orrore", così battezzò Norilsk il Blacksmith Institute, un'organizzazione non-profit che si occupa di degrado ambientale.
«Tutte le tecnologie disponibili attualmente - ha precisato Strzhalkovskij - per una ragione tecnica o per l'altra non erano adatte a Norilsk. Per questo motivo il lavoro è stato così complicato: si trattava di mettere a punto una tecnologia completamente nuova, che non esisteva al mondo». Un prototipo, basato su sistemi di separazione dei gas, che ha l'obiettivo di abbattere almeno il 95% delle emissioni di zolfo trasformandolo in zolfo granulato che in teoria può essere venduto, anche se sul mercato è già presente in grandi quantità dal momento che il protocollo di Kyoto ne ha moltiplicato l'estrazione da tutti gli idrocarburi estratti nel pianeta. A Norilsk - nei due impianti Medny e Nadezhdinskij della Polar Division - il programma dovrebbe essere completato nel giro di quattro anni: Techint, ha detto Strzhalkovskij a Putin, «ha già avuto contratti in Russia, anche se non così complessi, ma ha una buona reputazione. Al consorzio - ha aggiunto - si aggiungeranno produttori russi per le attrezzature che è possibile realizzare qui».
Alla gara internazionale, indetta nel febbraio 2011, avevano partecipato 27 compagnie, rimaste in tre prima della scelta finale: insieme a Techint, scrive Norilsk Nickel in un comunicato stampa, la russa Ojsc Giprogazootchistka e la sudcoreana Samsung Engineering. I criteri di scelta sono stati «l'affidabilità delle soluzioni tecnologiche suggerite per realizzare le caratteristiche richieste e la sicurezza del personale, le scadenze, le garanzie, i costi». E Techint, scrive Norilsk Nickel ricordando comunque che il gruppo italiano è a capo di un consorzio, «è un vincitore quasi assoluto».
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