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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2012 alle ore 06:44.

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MILANO
Con l'uscita di Grimaldi e Aponte dalla Compagnia Italiana Navigazione (Cin), la privatizzazione di Tirrenia sguscia via dalle mani dell'Antitrust europeo che l'aveva bloccata a gennaio scorso. Questo però non spiana la strada all'acquisizione da parte della "nuova" Cin, nella quale dei vecchi soci è rimasto solo Onorato (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).
A Bruxelles, dove non hanno voluto commentare la notizia, resta apertissimo tutto il fronte "aiuti di Stato" che, secondo le stime della Commissione, vale più di 550 milioni di euro. Senza interessi. La nuova formazione (oltre a Onorato, due fondi di investimento e un plotoncino di operatori dello shipping) spariglia le carte ma non fino al punto da permettere al Governo italiano e agli acquirenti di smontare le contestazioni della Ue sugli aiuti pubblici. Aiuti che sono stati elencati in modo dettagliato nel "non paper" riservato inviato a marzo scorso al ministero dello Sviluppo.
Alcuni di questi sono emersi dopo l'apertura delle indagini che la Commissione si prepara formalmente ad estendere nelle prossime settimane. È il caso dei 60 milioni (stima preliminare) di "sconto" ottenuto da Cin sul prezzo stimato dai valutatori, derivante «in particolare» dal fatto che il pagamento è dilazionato «in 10 anni senza interessi». Resta in piedi anche la contestazione della procedura di privatizzazione definita «non abbastanza trasparente e incondizionata» perché «include i contratti di servizio pubblico e impone condizioni sui livelli occupazionali». Su questo punto Bruxelles ha incaricato un esperto indipendente di tradurre in milioni di euro l'entità dell'aiuto di Stato.
Ma le richieste della Ue non si fermano qui. Al gruppo Tirrenia (e ai suoi acquirenti) è stato chiesto di restituire anche altri 496 milioni di euro di aiuti considerati illegali e derivanti in gran parte dal prolungamento della Convenzione di servizio pubblico per le compagnie del gruppo nel biennio 2009-2011: secondo la Ue fino a settembre 2010 le compensazioni in alcuni casi erano «ingiustificate» perché concesse su tratte già effettuate da operatori privati e, in altri, sovradimensionate. Da settembre 2010 in avanti, poi, questi aiuti non potevano essere concessi perché Tirrenia era ormai in difficoltà. In tutto 444 milioni. Il resto riguarda investimenti per la flotta (12 milioni) e aiuti autorizzati ma per i quali non sono state rispettate le procedure (40).
Per evitare che Bruxelles chieda ai nuovi componenti della cordata Cin la restituzione di questa montagna di soldi, occorrerà provare che c'è «discontinuità economica» con il passato. Per farlo, afferma la Ue, l'ideale sarebbe «una nuova gara, aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata» con la vendita delle tratte «problematiche a più operatori, nuovi entranti». Inoltre, non dovrebbe esserci trasferimento né del personale né dei contratti con i fornitori», così come viene chiesta «una sostanziale riduzione di capacità». Un precedente? La privatizzazione di Alitalia per la quale poche settimane fa la Commissione ha vinto la causa davanti al Tribunale Ue.
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