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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2012 alle ore 08:19.

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Slitta di un altro mese la decisione sulla riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. E si allunga, ma senza che si arrivi a sostanziali svolte, la lunga serie di sentenze sul progetto. Per la svolta bisognerà però aspettare il 22 maggio. Ieri la Sesta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giorgio Giovannini, ha respinto per inammissibilità il ricorso con cui la Regione Veneto ha chiesto di revocare la sentenza dello stesso Consiglio di Stato che il 17 maggio 2011 (si veda Il Sole 24 Ore del 14 aprile) ha dichiarato illegittimo il decreto del ministero dell'Ambiente che aveva dato il via libera alla compatibilità ambientale del progetto.
La Regione aveva chiesto di revocare la decisione con cui i giudici di Palazzo Spada avevano annullato il decreto di Via alla riconversione dell'impianto, accogliendo un ricorso presentato da associazioni ambientaliste e di operatori del turismo e di cittadini di Porto Tolle. Quanto alla richiesta di delucidazioni sull'applicazione della sentenza del 17 maggio formulata al Consiglio di Stato dall'Avvocatura generale dello Stato, era stata formulata alla luce della modifica, da parte della Regione Veneto, dell'articolo 30 della legge Regionale 36 del 1997 istitutiva del Parco del Delta del Po, ossia della norma in base alla quale il Consiglio di Stato aveva bocciato le Valutazioni di impatto ambientali (Via) nazionale e regionale alla riconversione. La nuova norma prevede infatti la possibilità di riconvertire a carbone la centrale dell'Enel purché ci sia un abbattimento del 50% delle emissioni inquinanti, senza richiedere valutazioni sulla maggiore o minore convenienza di una riconversione a carbone rispetto all'opzione gas. L'Avvocatura di Stato per conto dei ministeri di Ambiente, Sviluppo e Beni culturali ha chiesto al Consiglio di Stato istruzioni su come applicare la sentenza del 17 maggio 2011 per riattivare la procedura delle nuove Via per sbloccare Porto Tolle.
Quest'ultima richiesta resta però in sospeso. Se la decisione di ieri era abbastanza prevedibile, anche per la dinamica dell'udienza del 13 aprile, il giudizio che viene considerato decisivo e che determinerà una possibile svolta per Porto Tolle è proprio quello su cui i giudici di Palazzo Spada devono ancora pronunciarsi. Bisognerà però aspettare il 22 maggio, la data in cui il Consiglio di Stato ha fissato la nuova Camera di consiglio.
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