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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2012 alle ore 06:45.

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GENOVA
Supermicroscopi per diagnosi e imaging di cellule, nei laboratori congiunti Iit-Nikon e Iit-Leica; dispositivi per la riabilitiazione del braccio e del polso; l'androide iCub, che sta sviluppando capacità cognitive; il nuovissimo robot umanoide CoMan, che cammina e si muove con caratteristiche di flessibilità ed equilibrio identiche a quelle umane. E, soprattutto, molti brevetti. Sono alcune delle novità presentate ieri al ministro dell'Università e ricerca, Francesco Profumo, a quello dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e al viceministro dell'economia Vittorio Grilli dai vertici dell'Istituto italiano di tecnologia: il presidente, Gabriele Galateri di Genola (che è subentrato proprio a Grilli) e il direttore scientifico, Roberto Cingolani. I quali hanno affermato che, ormai superata la fase di start-up delle attività scientifiche avviata alla fine del 2005, l'Iit è ormai a pieno regime nella sede centrale di Genova ed è prossimo ad esserlo nei 10 laboratori che compongono la rete nazionale dei centri Iit e hanno sede a Torino, Milano (2), Trento, Parma, Pisa (2), Roma, Napoli e Lecce.
Galateri e Cingolani hanno spiegato, tra l'altro, che ad oggi l'Iit ha depositato 121 brevetti, 67 dei quali italiani e 54 internazionali. La produzione di brevetti mette in prima linea la robotica, le nanotecnologie e la scienza dei materiali. La proprietà intellettuale generata dall'istituto costituisce, inoltre, una base di riferimento per le attività di technology transfer il cui potenziamento è uno degli aspetti qualificanti del Piano scientifico 2012-2014 dell'Iit.
Il portafoglio progetti dell'istituto ha superato i 40 milioni di euro e annovera, tra gli altri, più di 50 progetti europei (erano 32 nel 2010). L'organico è composto da 1.041 persone, per due terzi circa presso il laboratorio Genova e il resto negli altri centri. L'86% del personale è dedicato alle attività di ricerca a ha un'età media inferiore ai 34 anni. Il 37% dello staff scientifico (esclusi i dottorandi di ricerca) proviene dall'estero.
Oltre 2mila sono le pubblicazioni realizzate tra il 2006 e il 2011. La classifica mondiale Sir World Report 2011 colloca l'Iit alla posizione 240 per qualità dei lavori e lo inserisce nel gruppo dei green label of excellence, costituito da 402 istituti sui 3.042 censiti.
Secondo Profumo, l'Iit «è un buon esempio di un modello chiuso che si è aperto e che oggi ha una interazione vera con dieci poli di ricerca nelle università italiane. Questo è l'elemento di maggiore interesse dell'istituto genovese». Secondo elemento importante, ha aggiunto il ministro, « i brevetti; che sono di proprietà dell'Iit, finanziati dal governo italiano e possono essere ceduti ad aziende per avere ricadute industriali. Oggi è importante che ci sia il trasferimento della conoscenza attraverso le start-up».
Passera, da parte sua, ha aggiunto: «Per avere vera crescita servono innovazione e ricerca; qui a Genova l'Iit è un buon esempio di come si possa fare bene una cosa, partendo da asset valorizzabili». Pochi anni fa, ha proseguito il ministro dello Sviluppo, «c'era scetticismo a vagonate, quando l'Iit nacque; oggi è tra i centri più noti al mondo nei campi in cui opera. Anche per questo bisogna pensare positivo. Qui c'è attenzione per la qualità e soprattutto per le applicazioni della ricerca. È importante trasformare i brevetti in aziende: è il tema delle start-up, strategico per il mio ministero».
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