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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 14:09.

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Bilancio storico per il Gruppo Ermenegildo ZegnaBilancio storico per il Gruppo Ermenegildo Zegna

Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Ermenegildo Zegna, leader globale nell'abbigliamento maschile di lusso, ha approvato il bilancio consolidato 2011, in cui si evidenziano: un fatturato di 1,127 miliardi di euro (+ 17 % a cambi correnti), un Ebitda pari a 233 milioni di euro (20,7 % del fatturato contro il 14,6 % del 2010), un utile netto di 115 milioni di euro e una posizione finanziaria netta positiva pari a 245 milioni di euro.

La Cina si consolida come mercato più importante per il fatturato retail del Gruppo (+ 28 %), ma anche il mercato USA conferma il trend in crescita (+ 16 %). In Europa, complessivamente, si registrano risultati positivi, con i fatturati di Germania, Francia e Italia in rialzo.

La quota export del fatturato rimane superiore al 90 %, con l'Asia che vi contribuisce per la metà.

A fine 2011 i negozi monomarca erano 557 di cui 311 di proprietà. Nel 2012 sono previste circa 50 aperture, di cui un terzo in Cina, ma anche in Europa e America, con una nuova, particolare attenzione all'Africa dove, a conferma dello spirito pionieristico del Gruppo Zegna, verranno per la prima volta aperti negozi in Marocco e in Nigeria.

Su proposta del Presidente onorario, Angelo Zegna, motivata dal raggiungimento del fatturato di un miliardo di euro e a completamento delle iniziative per il Centenario, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato un premio di 1.000 euro per ciascuno degli oltre 7.000 dipendenti del Gruppo Zegna.

Nell'occasione è stato annunciato l'ingresso della Signora Jing Ulrich, Direttore generale e Presidente di J. P. Morgan Global Markets-China, nel Consiglio di Amministrazione del Gruppo come Consigliere indipendente. Studi alle Università di Harvard e Stanford, Jing Ulrich è tra i più autorevoli consulenti dei più importanti fondi di investimento internazionali e di grandi multinazionali. Le riviste Fortune e Forbes l'hanno indicata tra le donne più potenti del mondo. Grazie a una approfondita conoscenza dei consumi in Asia, Jing Ulrich potrà contribuire in modo significativo alla crescita del Gruppo Zegna nell'area.

«L'obiettivo che mi ero dato, prima dell'esplodere della crisi iniziata nel 2008 - sostiene l'Amministratore Delegato, Ermenegildo Zegna - di superare il miliardo di euro di fatturato in prossimità del nostro centenario è stato raggiunto, rafforzando la nostra posizione, nonostante le forti turbolenze che hanno caratterizzato e, in parte, continuano a caratterizzare l'economia internazionale. I risultati economici, finanziari e patrimoniali raggiunti ci consentiranno di affrontare nuove sfide, (come quelle avviate in Vietnam, Africa, India e ancora nella Grande Cina), in sintonia con le intuizioni pionieristiche che hanno contraddistinto la nostra storia, ma anche di sviluppare nuove forme di collaborazione, cogliendo le migliori opportunità offerte dal mercato.

Per l'anno in corso restiamo fiduciosi sulla crescita: i dati retail del primo trimestre 2012 segnalano una crescita mediamente del 11% a cambi costanti che ci consentono di consolidare il nostro ruolo nel retail del lusso maschile mondiale. L'ingresso nel Consiglio di Amministrazione di Jing Ulrich, ne sono certo, ci sarà di grande supporto sul mercato asiatico, sempre di più destinato ad essere nei prossimi anni la locomotiva dell'economia mondiale»

Il Gruppo Ermenegildo Zegna comunica di aver acquisito, nell'ambito dell'offerta globale di azioni della Brunello Cucinelli S.p.A., il 3% del capitale sociale.

«Con Brunello Cucinelli - sostiene Gildo Zegna–, che è tra i nostri più importanti acquirenti di tessuti, intratteniamo da lungo tempo solidi rapporti industriali. Abbiamo apprezzato le sue lungimiranti scelte imprenditoriali e le modalità con cui ha saputo imporsi a livello nazionale e internazionale. Sono sicuro, inoltre, che insieme potremo ancor meglio contribuire alla valorizzazione del Made in Italy non solo nell'interesse particolare delle nostre società, ma più in generale a sostegno dell'industria del nostro Paese».

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