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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2012 alle ore 06:47.

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MILANO
La Rai non trasferirà il suo centro di produzione milanese nel sito Expo dopo il 2015. L'indicazione è contenuta in una risposta a un'interrogazione presentata in commissione vigilanza firmata dall'onorevole Vinicio Peluffo del Pd.
Sembra così arrivare la parola fine a una vicenda che si trascina da due anni, cioè dal maggio 2010 quando fu firmato il protocollo d'intesa Rai-Società Expo 2015 che prevedeva, tra le altre cose, il trasferimento del centro di produzione dell'ente radiotelevisivo sul sito dell'Expo al termine dell'evento. Una soluzione che avrebbe garantito una riutilizzo certo di parte delle strutture che verranno realizzate per l'esposizione universale (si era parlato di 60mila mq per un valore di 250 milioni di euro).
Tuttavia la decisione della Rai è stata rimandata di mese in mese, fino a non essere più oggetto delle cronache. Nella risposta del Cda, datata 12 aprile, si legge che «gli approfondimenti tecnici ed economici svolti non hanno consentito di confermare la possibilità di riutilizzare alcune infrastrutture dedicate all'evento espositivo, corrispondenti a circa il 25% del fabbisogno di superfici del Nuovo Centro di Produzione quali: una palazzina uffici di circa 9.000 mq e 3 padiglioni di circa 2.500 mq/cadauno da adibire successivamente ad aree produttive».
Inoltre i vertici dell'azienda hanno anche confermato che Rai 5 si occuperà in modo specifico di Expo (altro punto del Protocollo del 2010) solo se Expo Spa finanzierà il programma. Del resto proprio ieri il direttore generale Lorenza Lei ha illustrato al consiglio di amministrazione una riprogrammazione del budget 2012 per 46 milioni di euro a fronte di una raccolta pubblicitaria che nel primo trimestre è stata deludente. A fronte di una situazione complessiva che impone rigore nei conti, quindi, Expo 2015 non è una priorità e la Rai se ne occuperà solo a fronte di occasioni ritenute interessanti sotto il profilo editoriale.
«È imbarazzante – ha commentato l'onorevole Peluffo – che la Rai, la più grande azienda culturale del Paese, tra l'altro in crisi d'ascolti al Nord, non trovi il coraggio di scommettere sull'interesse che questo evento saprà suscitare sul grande pubblico. Ci aspettiamo che il governo faccia sentire all'azienda tutta la forza del suo sostegno all'Expo».
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