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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2012 alle ore 08:17.

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ROMA. Dal nostro inviato
In via Faustiniana a Roma, sulla Tiburtina, tra i vari insediamenti della galassia Finmeccanica c'è anche un palazzone grigio metallizzato che non ha insegne visibili. Difficilmente accessibile e poche volte aperto agli occhi esterni. Dentro, 200 tra manager, sistemisti, addetti al contact con l'utenza e carabinieri del Noe. Ma soprattutto un concentrato di tecnologia: per accedere a uno dei due piani sotto il livello stradale occorre addirittura il riconoscimento biometrico, come se invece che a Roma si fosse al Pentagono.
Dietro porte corazzate e sistemi di accesso stile caveau, pulsa un complesso di oltre 250 tra server e main frame di nuova generazione, con una capacità di circa 5.700 Gb di ram e la possibilità di gestire 900.000 utenti di cui oltre 15mila contemporaneamente.
Siamo nella sede di Selex Service Management (Sema), controllata Selex Elsag-Finmeccanica, oramai nota per aver progettato e varato il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali pericolosi e non, e dei rifiuti urbani in Campania: il famoso Sistri, tanto osteggiato dal sistema delle imprese per la sua «complessità e onerosità», ideato dal ministero dell'Ambiente e il cui uso sarà obbligatorio dal prossimo 30 giugno nonostante sia attivo dal 13 gennaio 2010.
Non più tardi di un paio di settimane fa, Confindustria è tornata a puntare l'indice contro il Sistri in una nota: «Un sistema confuso e inefficiente, sbagliato nell'impostazione e nella realizzazione, che non è mai decollato nonostante gli sforzi compiuti dalle associazioni per informare e formare gli addetti ai lavori». Una nota che ha preceduto di poco la decisione del ministro Corrado Clini che, d'accordo con la Selex, ha slittato al 30 novembre il pagamento delle quote Sistri per il 2012, qualcosa che a regime dovrebbe produrre dal sistema delle imprese un gettito di circa 70 milioni di contributi annui.
Ma cos'è il Sistri, esattamente? La sigla - Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti - sostituisce elettronicamente le procedure cartacee che ogni azienda deve produrre per attestare il corretto trattamento dei rifiuti prodotti. Dal sistema cartaceo - imperniato sui tre documenti costituiti dal Formulario di identificazione dei rifiuti, registro di carico e scarico, modello unico di dichiarazione ambientale (MUD) - si passa a soluzioni tecnologiche digitali in grado di gestire in tempo reale l'intero processo di tracciabilità dei rifiuti. Agli utenti vengono consegnati un dispositivo elettronico Usb per accedere al sistema, trasmettere dati e firmare elettronicamente le informazioni fornite; una black box, da installare su ciascun veicolo che trasporta rifiuti per monitorare il percorso del carico dal produttore al centro di smaltimento; apparecchiature di videosorveglianza installate negli impianti di discarica, di incenerimento e coincenerimento, per controllare l'ingresso e l'uscita degli automezzi.
In questo modo quantità, qualità, percorsi e destinazione finale dei rifiuti, nelle intenzioni di ministero, progettisti e concessionari del sistema (appunto Selex Sema), sono costantemente tenuti sotto controllo, in tempo reale, e questo renderà più difficili abusi, truffe e smaltimenti illeciti. Una volta a regime, si verrà così a creare un sistema-rete che consentirà di conoscere la movimentazione completa dei rifiuti dalla produzione alla destinazione finale.
Massimilliano Veltroni, presidente e amministratore delegato di Selex Sema, conferma che le difficoltà iniziali sono state di procedura ma difende scelte e sistema: «La piattaforma non è mai stato un problema, ma le continue modifiche normative per seguire le richieste degli utenti non ci hanno facilitato. A brevissimo sarà tutto allineato: normativa, infrastruttura e manuali - spiega -. Abbiamo anche accettato il rinvio del pagamento della quota 2012 di contributi non senza qualche difficoltà. In quanto concessionari veniamo pagati in base ai contributi corrisposti al ministero dagli utenti. I nostri investimenti sono stati importanti e il piano di rientro coincide con i 5 anni di contratto di concessione del servizio. Poi Sistri sarà tutto del ministero che deciderà da chi farlo gestire. Ma l'importante è che al 30 giugno si parte».
La quota delle aziende che stanno aderendo al sistema (poi obbligatorio comunque per ogni impresa) cresce continuamente: attualmente sono inserite nella rete più di 325mila imprese. Al momento, la regione dalla quale si registrano le maggiori adesioni è la Lombardia (59.810). Seguita da Veneto (32.880) e Campania (27.665). «Non ci sono più ostacoli - conclude Veltroni -: abbiamo un sistema che consente alle imprese, a regime, di risparmiare rispetto a tutti i costi che hanno sostenuto in passato per il rispetto delle procedure cartacee e di esser certi che i trasportatori smaltiscano correttamente i rifiuti, e allo Stato dà numerosi vantaggi in termini di legalità, di contrasto al crimine, prevenzione, trasparenza, efficienza, semplificazione normativa».
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