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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2012 alle ore 13:52.

Quindici miliardi di investimenti, di cui un terzo già stanziati, con una ricaduta sull'economia della regione di almeno trenta. La scommessa della Liguria si chiama sviluppo delle infrastrutture. Così la pensa Raffaella Paita, assessore alle infrastrutture della giunta di centrosinistra guidata da Claudio Burlando, ed è condivisa da Guido Conforti, responsabile del centro studi di Confindustria Genova. Da tempo attraversata da una crisi economica riferita soprattutto ai cantieri navali del Levante e del Ponente di Genova, la Liguria punta su alcune opere primarie (Gronda, Terzo Valico Genova-Rotterdam, nodo ferroviario del capoluogo di regione, raddoppio ferroviario della Genova-Ventimiglia, tunnel della Cisa) che cambierebbero il ruolo anche economico della regione che, con Lombardia e Piemonte, costituiva il triangolo industriale dell'Italia post guerra mondiale. L'opera più grande è certamente la Genova-Rotterdam (fine lavori previsti entro il 2020, spesa 6 miliardi) che creerebbe un corridoio di collegamento fra due porti di grandissima importanza in Europa.

«I tre scali liguri di Genova, Savona-Vado e La Spezia - afferma Guido Conforti - costituiscono, nel loro insieme, il principale sistema portuale a servizio del Paese. In particolare il traffico containerizzato al netto delle operazioni di trasbordo nel ciclo nave-nave rappresenta circa il 60% dell'intero dato nazionale, il che rende il sistema portuale ligure come l'autentica "porta di accesso" ai traffici marittimi del nostro Paese». Per la loro collocazione geografica, i porti liguri possiedono anche una naturale vocazione a costituire un gate di accesso per l'intero Sud Europa: in un raggio di 500 chilometri, infatti, è compresa una delle aree più ricche e produttive del continente, comprendente, oltre al Nord Italia, la Svizzera, l'Austria, la Baviera e tutto il Sud della Germania. I collegamenti verso queste aree sono assicurati da due assi portanti della rete infrastrutturale TEN-T: il corridoio "dei due mari" Genova-Rotterdam/Anversa attraverso i valichi svizzeri e il corridoio Tirreno-Brennero verso Austria, Germania e i paesi dell'Est Europa. La sfida che non solo i porti liguri ma l'intero sistema logistico del Nord-Ovest sono chiamati ad affrontare è quindi di cogliere le potenzialità che derivano dall'aumento dei traffici nel bacino del Mediterraneo, in particolare per quanto riguarda il traffico containerizzato. E a questo riguardo nei primi tre mesi del 2012 il porto di Genova ha fatto segnare un record di traffici (495mila teu movimentati) strappando la leadership sul Mediterraneo a Barcellona.

Il centro nevralgico delle nuove infrastrutture non può che essere Genova. Qui c'è il nodo relativo alla Gronda, l'opera più amata e contestata dai genovesi e in lista alle preferenze degli industriali che la ritengono, fra le opere infrastrutturali, la più necessaria. La Gronda costerebbe 3,2 miliardi (in maggioranza finanziati da Società Autostrade) ed è oggetto di polemiche politiche: lo stesso Marco Doria, che al ballottaggio delle elezioni comunali (20-21 maggio) si presenta favorito per la carica di sindaco di Genova, ha ventilato la possibilità di non realizzarla del tutto. La Gronda è una tangenziale che da Est ad Ovest della città «dovrebbe drenare il traffico passante e alleggerire il centro cittadino dagli elevati livelli di congestione raggiunti», sottolinea l'assessore Paita. «Il primo documento elaborato dalla Regione Liguria – precisa – per l'inquadramento circa le problematiche del nodo autostradale e di indirizzo per la progettazione preliminare, riporta la data del giugno 2003, mentre nel dicembre dello stesso anno è stato raggiunto un accordo circa il tracciato della Gronda di Ponente, comprensivo delle modalità esecutive a valere sulla convenzione Anas-Aspi». L'importanza dell'opera è certificata dal fatto che l'autostrada entra praticamente in città e che parte di questa è sprovvista di corsie di emergenza. «È come se volessi andare da Genova a Como - dice Conforti - passando dalle parti del Duomo a Milano». «Fra le opere necessarie c'è il completamento del raddoppio ferroviario sulla linea Genova-Ventimiglia (si veda il grafico qui a lato), il cui costo è stimato in un miliardo di euro – conclude Raffaella Paita – e il traforo del tunnel ferroviario della Cisa (la cosidetta Pontremolese, ndr)», che consentirebbe a merci e genti di passare da Parma e raggiungere il Brennero senza dover andare fino a Modena. L'ottimismo dell'assessore della giunta Burlando è anche dimostrato dall'avvio dei lavori per il Terzo Valico (500 milioni il primo lotto) con un secondo lotto da 1,2 miliardi di euro.

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