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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 11:05.

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Non è un caso che tra le divinità dei Maya e degli Atzechi al Sole fosse riservato il posto più importante. L'altopiano centrale messicano, dove vive un quarto della popolazione del Paese, si trova nella fascia del globo che gode di un'esposizione solare tra le più elevate, forse la più alta tra le terre emerse.

E popolate. Già. Perché produrre energia nel deserto non è la stessa cosa che farlo in un'area con più di 100 milioni di persone, ad alto tasso di crescita economica e al confine con gli Stati Uniti.
Ma tra le divinità degli antichi popoli messicani non c'era solo il Sole. Anche la pioggia, il vento e la Terra avevano i loro templi e le statue loro dedicate. Forse questo aiuta a capire perché oggi chi si occupa di fonti d'energia rinnovabili descrive il Messico come «una risorsa infinita». Il Paese è uno dei pochi posti al mondo dove si riesce ancora a sviluppare l'idroelettrico, ha un potenziale eolico impressionante ed è il quarto al mondo per capacità geotermica installata.

Secondo i dati diffusi da ProMexico, l'agenzia di promozione degli investimenti esteri, il 24,1% della capacità di generazione elettrica installata nel Paese è coperta da fonti rinnovabili. Ma il potenziale produttivo è elevatissimo: 71mila Mw nell'eolico, 39mila Mw nell'idroelettrico. E nel solare l'irraggiamento è tale (5-6 Kw/h per metro quadrato) che 25 chilometri quadrati nell'area di Sonora o di Chihuahua sono sufficienti a generare il fabbisogno elettrico di tutto il Messico. Il Paese è riuscito a dotarsi di una capacità industriale che oggi ne fa il primo produttore di moduli fotovoltaici di tutta l'America Latina. L'europea Alstom ha localizzato in Messico il suo principale centro di produzione mondiale di generatori geotermici. Altri ci stanno provando per l'eolico. E senza incentivi. Bastano le risorse naturali.

Una situazione che per le imprese italiane ed europee offre ampie opportunità di mercato, per le forniture, la componentistica e i servizi. Il rendimento dei campi eolici è così elevato da rendere, finora, poco convenienti gli impianti solari. Tuttavia, dopo il calo molto accentuato del costo dei pannelli solari nel corso dell'ultimo anno, è prevedibile un forte sviluppo anche del fotovoltaico.
Gli incentivi esistono in forma indiretta attraverso riduzioni sui costi di trasmissione dell'energia da fonti rinnovabili e agevolazioni fiscali sotto forma di ammortamenti accelerati. L'italiana Enel Green Power è presente nel Paese già dal 2005, oggi possiede tre impianti idroelettrici e ha in corso investimenti per la realizzazione di campi eolici. Come altri operatori, ha deciso di scommettere anche sul solare. «L'economia messicana ha ormai raggiunto un trend di crescita sostenibile e ha fame di investimenti in progetti rinnovabili» spiega Nicola Melchiotti, responsabile per il Messico e il Centro America di Enel Green Power.

«Come leader mondiale in questo settore e come azienda presente in Messico dal 2007, abbiamo partecipato e continueremo a partecipare a questa crescita con nostri progetti idroelettrici, eolici e solari». Enel Green Power è una delle imprese della delegazione europea che ha partecipato alla "missione di crescita" organizzata dalla Dg Imprese e industria della Commissione Ue e guidata dal commissario Antonio Tajani a Città del Messico a metà maggio. Obiettivo era promuovere l'internazionalizzazione delle imprese europee, ma anche gli investimenti di imprese messicane in Europa. «È innegabile che l'Europa stia vivendo un momento di difficoltà ma l'euro non è morto - è stato il mantra ripetuto da Tajani - perché l'Europa può contare su un'economia reale solida, fatta di 500 milioni di consumatori e 23 milioni di imprese».

Le lettere d'intenti siglate tra Messico e Ue riguardano la collaborazione per il sostegno alle Pmi, le materie prime e la collaborazione in diversi settori tra cui le energie rinnovabili. Il Messico, inoltre, sta discutendo una riforma del mercato energetico in cui oggi può operare solo lo Stato. I soggetti privati possono operare solo nelle rinnovabili. Tra le riforme in discussione, una riguarda la geotermia, a cui EGP è molto interessata. A giugno ospiterà il B20 di cui Enel ha curato la parte sulla Green growth

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