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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2012 alle ore 09:09.
Primo trimestre in controtendenza per le macchine tessili made in Italy. Gli ordini sono arrivati soprattutto dai clienti italiani, con un balzo del 34% rispetto al trimestre precedente, mentre segna il passo la domanda dall'estero, con ordini in calo dell'un per cento. La ripresa del mercato domestico sembra confermata anche nei mesi successivi.
«L'industria tessile nazionale, grazie anche ai recenti segnali positivi soprattutto per la produzione di fascia alta, si sta riattrezzando dopo un lungo periodo di scarsi investimenti» spiega Federico Pellegatta, direttore di Acimit, l'associazione di Federmacchine che rappresenta più di trecento imprese meccanotessili.
Ma c'è anche un altro fattore che, in piccola parte, sta spingendo la domanda interna. «Il fast fashion - spiega ancora Pellegatta - impone ai produttori di tessuti e di abbigliamento ordini con lotti minimi molto più bassi rispetto al passato e ripetuti nel corso della stagione. Questo comporta non solo la necessità di una maggiore flessibilità produttiva che a distanza diventa complicato gestire, ma anche un forte aumento dell'incidenza dei costi di spedizione». Perciò stiamo assistendo ad un piccolo fenomeno di rilocalizzazione, dall'Asia verso Marocco e Tunisia, ma anche verso l'Italia.
Il balzo congiunturale del primo trimestre non deve però ingannare: tra mercato estero e mercato domestico l'incremento degli ordini si riduce al 2% e se si fa il confronto con il primo trimestre 2011, gli ordini segnano -45% complessivo (-35% sul mercato interno).
Segnali positivi sulle prospettive della domanda estera sono giunti nella recente edizione 2012 di Itma Asia, a Shanghai, la principale fiera del settore nel Far East che si è svolta nelle scorse settimane. «Nonostante l'evidente rallentamento della Cina - ha affermato il presidente di Acimit, Sandro Salmoiraghi - le impressioni delle nostre imprese sono estremamente positive. Speriamo che si traducano in commesse».
A Shanghai erano presenti 115 aziende meccanotessili italiane che hanno puntato l'offerta sulla sostenibilità e l'efficienza produttiva, argomenti che saranno sempre di più una dicriminante per avere un vantaggio competitivo anche nei paesi asiatici.
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