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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2012 alle ore 06:44.

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MIRANDOLA (MODENA)
Solo tre Regioni, Emilia Romagna, Veneto e Sicilia, hanno deliberato di accordare una corsia preferenziale nei pagamenti delle fatture inevase alle imprese colpite dal terremoto che ha messo in ginocchio l'Emilia. Tra queste le aziende del distretto biomedicale di Mirandola, nel Modenese, che vantano un credito nei confronti delle aziende sanitarie che ammonta a 650 milioni. «Basterebbero tempi celeri nei pagamenti - dice Giuliana Gavioli, dirigente di Confindustria Modena e responsabile per il distretto - per consentirci di ripartire, a fronte dell'esiguità delle risorse stanziate per la ricostruzione. Almeno per ora, però, la risposta è davvero deludente. Di fronte a una simile situazione non posso escludere che alcune multinazionali trasferiscano altrove la produzione».
A chiedere una accelerazione, nei giorni immediatamente successivi al sisma, era stata Assobiomedica. Richiesta al Governo seguita da impegni assunti da numerosi dirigenti delle Asl. L'Emilia Romagna ha dato subito il via libera, mettendo a disposizione delle aziende sanitarie 150 milioni «che dovranno essere utilizzati per pagare le aziende fornitrici di beni e servizi, dando priorità assoluta alle imprese colpite dal terremoto». Semaforo verde anche in Sicilia, mentre la Regione Veneto, il 3 luglio, ha accantonato 1,5 milioni dando mandato al segretario regionale della Sanità, di effettuare «una ricognizione tra i fornitori dei crediti maturati, liquidi ed esigibili, dalle imprese colpite dal recente sisma, per permettere ad aziende ed enti sanitari di saldare prontamente le fatture insolute». Nessun provvedimento, invece, nel resto del Paese, se si escludono la lettera che la Regione Piemonte ha inviato alle Asl invitandole ad accelerare i pagamenti a favore delle imprese colpite e le varie indicazioni impartite ai direttori generali.
Il fatto è che per Assobiomedica una delibera, oltre che un impegno formale, rappresenta un forte segnale politico capace di fare davvero la differenza, sottraendo le imprese del distretto alla dilatazione a dismisura dei tempi di pagamento. L'Umbria ha dato disposizione di dare priorità alle aziende colpite, ma una delibera di Giunta ancora non c'è, «anche se è in preparazione», assicurano. L'assessore alla Sanità della Liguria, Claudio Montaldo, nei giorni scorsi ha sollecitato le Asl, ma non ci sono impegni scritti. A sua volta la Toscana ha indicato agli Estav di favorire le imprese terremotate, in assenza, però, di delibere di Giunta. Quanto alla Campania, dove pure l'Asl di Salerno si è impegnata a pagare subito i crediti esigibili, la Regione ammette che non ci sono provvedimenti in arrivo.
«Siamo sconsolati, non cambia mai nulla a parte le chiacchiere», dice Luciano Fecondini, amministratore del gruppo Medica di Medolla, a tre chilometri da Mirandola. Il gruppo - 240 dipendenti, un fatturato 2011 di 28 milioni, quattro capannoni su sei da abbattere - non fattura nulla da otto settimane e vanta un credito di 2 milioni. «Mai come ora - prosegue Fecondini - la pubblica amministrazione dovrebbe pagare i suoi debiti e il sistema bancario darci una mano. Abbiamo crediti con la Regione Campania dal 2002, con la Regione Lazio dal 2004. È una situazione kafkiana, noi per ripartire ci stiamo autofinanziando. Un nostro capannone ha subito un danno da 300mila euro».
I tempi di pagamento restano, così, lunghissimi. Una media nel Paese, secondo Assobiomedica, di 303 giorni, con una sola regione, il Friuli Venezia Giulia, che, insieme alle Province autonome di Trento e Bolzano, riesce a contenerli sotto i cento giorni. Ma anche da Trieste arriva la conferma: non ci sono delibere per garantire la massima rapidità alle imprese terremotate. «Noi comunque - assicura l'assessore al Bilancio del Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino - siamo molto veloci nei pagamenti, che mediamente effettuiamo entro sessanta giorni. Anche noi siamo stati colpiti da un terremoto e sappiamo cosa significa. Per questo abbiamo stanziato un contributo di 1 milione di euro a favore delle aree colpite».
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