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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 06:45.

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BOLOGNA
Di fronte alla concorrenza sempre più agguerrita delle multinazionali – a suon di prodotti "made in Far East" - in un mercato di nicchia in affanno come quello della sicurezza e dell'antincendio, le Pmi italiane si organizzano in squadra per fare massa critica e rispondere alla sfida con servizi capillari, innovazione costante per il cliente e formazione specifica per il personale tecnico.
È questa la chiave di lettura del nuovo contratto di rete nazionale firmato ieri in Unindustria Bologna tra 13 imprese dell'antincendio, dalla Val d'Aosta alla Basilicata, che insieme rappresentano una realtà di 210 dipendenti e 24 milioni di fatturato. "Gruppo servizi rete di imprese per la sicurezza”, questo il nome della neo-rete, è frutto di un cammino iniziato ufficialmente un anno e mezzo fa sotto la guida di Cea Estintori di Castenaso (Bologna), leader nel segmento dei presidi antincendio, numero uno nella sicurezza sui circuiti di gara delle due e quattro ruote. «Abbiamo messo insieme formalmente una famiglia di partner con cui lavoriamo da anni - spiega Patrizia Amadesi, presidente di Cea, 12 milioni di fatturato e un centinaio di dipendenti, fondata dal nonno Amadesi nel 1947 e oggi alla quarta generazione – per cercare di dare una nuova rotta al mercato Italia in cui ci muoviamo con sempre minori prospettive. Perché la sicurezza, in questa fase di profonda crisi, è vista dalla imprese clienti come mera voce di costo e non di investimento. Anche tutte le gare private si vincono ormai solo al ribasso. Mentre noi come Cea e come rete abbiamo sempre puntato e punteremo sulla qualità del servizio di assistenza, con procedure e sistemi certificati e con corsi di formazione per vere figure professionali e non elettricisti o idraulici che si improvvisano tecnici per la sicurezza». Insomma una politica di marchio "made in Italy" nei servizi B2B così come avviene nel manifatturiero. Con una massa tale da poter ambire anche alle gare pubbliche.
La rete è aperta, il prossimo step prevede l'ingresso nella squadra – che avrà sede nel Forlivese, a Savignano sul Rubicone, quartier generale del partner certificato per la formazione Isq-Istituto sicurezza e qualità – di un call center e di una softwarehouse, «per garantire assistenza immediata e capillare sul territorio nazionale con palmari collegati in remoto e portale per i clienti aggiornato in tempo reale sullo stato di sicurezza e la manutenzione aziendale», precisa Amadesi, che ha appena chiuso il primo semestre dell'anno con un fatturato in tenuta (6,2 milioni, +1,6%), ma teme non ci sarà spazio per le piccole imprese italiane, che si spartiscono appena un 10% dei 2 miliardi del mercato nazionale dell'antincendio. Il resto è in mano a colossi europei come Adt, Gloria, Minimax e a global service che stanno "mangiando" i piccoli operatori del nostro Paese e si presentano con prodotti basici a basso costo (prodotti in Estremo Oriente) e basso servizio.
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