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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2012 alle ore 06:45.

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Per la prima volta imprese, Governo (con quattro ministeri) e Regioni lavoreranno fianco a fianco per promuovere il made in Italy nel mondo. A dettare strategie, priorità e indicare i mercati più attraenti per le nostre aziende sarà, infatti, la Cabina di regia per l'Italia internazionale che ieri si è riunita per la prima volta alla Farnesina. A battezzare il nuovo strumento che proverà a «fare sistema» e a rilanciare il nostro export sono stati il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha promosso in pieno l'iniziativa: «si va nella direzione giusta», ha detto ieri.
Il braccio operativo della Cabina di regia – tornata in auge con il decreto salva-Italia – sarà l'Agenzia per l'internazionalizzazione delle imprese (l'Ice) che lavorerà a stretto contatto con la rete delle ambasciate, ma anche con le camere di commercio e le sedi dell'Enit, in modo da diventare un «interlocutore unico» per le imprese. «Finalmente mettiamo a sistema tutte le voci interessate all'internazionalizzazione, coordinando al meglio le politiche e le strategie di internazionalizzazione del nostro Paese, concentrando l'uso delle risorse finanziarie verso obiettivi specifici e condivisi», ha spiegato il titolare della Farnesina Terzi. «Lavorare insieme non è stato ovvio per tanti anni, anzi in passato sulle attività di internazionalizzazione c'è stata concorrenza», ha aggiunto Passera che ora è convinto che con questo nuovo modello sarà possibile «avere maggiori esportazioni e maggiori investimenti».
Nella prima riunione ieri erano presenti anche il ministro per gli Affari regionali e Turismo, Piero Gnudi, il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, il governatore delle Marche, Mario Spacca, in rappresentanza delle Regioni, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, il membro del comitato esecutivo dell'Abi, Guido Rosa, il presidente di Rete imprese italia Giorgio Guerrini e il presidente dell'Alleanza delle cooperative italiane, Luigi Marino. Alla Cabina di regia spetterà il compito di difendere il nostro export che nonostante la crisi negli ultimi dieci anni è cresciuto del 40%. E lo farà identificando strategie su base triennale e linee guida dell'attività promozionale su base annuale. Che saranno poi rese operative da ambasciate, uffici Ice e camere di commercio che lavoreranno insieme come non sempre è successo in passato: «Se possibile ci saranno spazi fisici unici, stiamo già provvedendo a una razionalizzazione anche logistica», avverte Riccardo Monti, presidente dell'Agenzia Ice. Che aggiunge: «Sul piano promozionale stiamo lavorando a strategie per filiere e per Paesi in modo da fornire servizi utili alle associazioni di categoria e alle singole imprese». Anche le Camere di commercio sono pronte a collaborare e propongono una rete si sportelli nelle 105 sedi camerali «con funzione di casello di ingresso per le imprese sui mercati internazionali», spiega il presidente di Unioncamere Dardanello. Da Confindustria arriva però anche l'appello a non tagliare le risorse del fondo per il made in Italy finite nel mirino della spending review: «In un momento come questo in cui tutte le parti coinvolte nella Cabina di regia si impegnano a coordinarsi e a un migliore utilizzo della spesa – ricorda Paolo Zegna, presidente del Comitato tecnico per l'internazionalizzazione di Confindustria – le risorse per l'export non devono mancare».
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NOI E GLI ALTRI Internazionalizzazione
ITALIA
Dopo una contestata chiusura, un anno fa, l'Istituto nazionale per il commercio estero (Ice) le sue funzioni sono state acquisite, a dicembre scorso, dalla nuova «Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane» di cui operatività e organico sono stati disciplinati solo recentemente dal decreto incentivi.L'obiettivo sarà quindi non solo aiutare le Pmi ad andare all'estero, ma anche favorire il flusso di investimenti in entrata.
GERMANIA
Nata nel 1951, la Gtai (Germany
Trade and Invest) supporta sia le imprese tedesche che vogliono operare nel commercio internazionale e su nuovi mercati, sia le opportunità sul suolo tedesco per le aziende straniere. Tuttavia, la presenza in investitori esteri incide ancora poco sul tessuto economico e occupazionale. Lavorano per imprese straniere solo 1,86 milioni di tedeschi (l'8,6% della forza lavoro) . A pesare è soprattutto l'alto costo del lavoro.
FRANCIA
La Francia è, insieme al Regno Unito, il Paese più aperto agli investimenti esteri. Sono 2,38 milioni gli addetti afrancesi che operano in multinazionali, pari al 17,1% del totale della forza lavoro, generando il 23,4% del fatturato complessivo nazionale delle aziende. A favorire gli investimenti esteri nel Paese pensa l'Afii (l'Agenzia francese per gli investimenti internazionali), mentre a Ubifrance (nata nel '45 e riformata nel 2004) è affidato il compito di accompagnare le imprese francesi all'estero.
Tra i suoi compiti, quello di organizzare anche stage all'estero per i giovani.

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